Se sei forfettario rischi questa multa quest’anno: colpa di un errore ingenuo

Le Partite Iva in regime forfettario rischiano una sanzione per un errore banalissimo – e spesso del tutto ignaro: ecco cosa sapere per non inciampare in futuro.

Aprire una partita Iva oggi è, per molti, un vero salto nel vuoto. Soprattutto per chi è all’inizio, chi guadagna poco o chi si muove a tentoni nel mondo del lavoro autonomo. È proprio per loro che è nato il regime forfettario: un sistema fiscale pensato per semplificare la vita a chi lavora da solo, con pochi adempimenti, niente IVA e un’imposizione fiscale alleggerita.

Professionista in regime forfettario disperato perché ha ricevuto una sanzione
Se sei forfettario rischi questa multa quest’anno: colpa di un errore ingenuo – ck12.it

Oltre a dover pagare meno tasse, chi aderisce al forfettario può contare su un’aliquota IRPEF molto più bassa rispetto al regime ordinario – e, a dirla tutta, anche rispetto a quella dei lavoratori dipendenti. Basti pensare che un dipendente può arrivare a pagare oltre il 30% di IRPEF, mentre un forfettario si ferma al 15%, o addirittura al 5% per i primi cinque anni.

Insomma, i vantaggi ci sono, ma anche le regole. E non sono poche. Come molti sanno, l’Agenzia delle Entrate tiene gli occhi ben puntati su chi aderisce al regime forfettario. Ciò che in pochi sanno – e che spesso passa completamente sotto silenzio – è che anche una semplice sigla ignorata può diventare una trappola, persino per i contribuenti più corretti.

L’errore che ti costa caro anche se sei in regola

Tra le tante problematiche nascoste nel mondo delle Partite Iva, ce n’è una che ogni anno miete vittime silenziose, e prende il nome di quadro RS. E il problema è che non tutti sanno che va compilato, anche se non si devono versare più tasse. Il motivo per cui molte persone sbagliano, specialmente se non si affidano ad un commercialista.

Professionista che guarda la sua dichiarazione dei redditi con la lente d'ingrandimento
L’errore che ti costa caro anche se sei in regola – ck12.it

Parliamo di una sezione della dichiarazione dei redditi riservata a chi aderisce al regime forfettario. In pratica, qui si inseriscono dati informativi: niente che incida direttamente sul calcolo dell’imposta da pagare, ma tutto ciò che serve all’Agenzia delle Entrate per controllare che rientriamo davvero nei requisiti del regime agevolato. Entrando nel dettaglio, nel quadro RS bisogna indicare:

  • il codice dell’attività (quello famoso Ateco),
  • i ricavi o compensi dell’anno,
  • se si gode di agevolazioni specifiche,
  • e altri dati statistici richiesti ogni anno.

Il punto è che il precompilato non lo fa da solo. Nemmeno lo accenna. E se il contribuente dimentica di inserire queste voci o le sbaglia, il rischio è di ricevere direttamente nella buca delle lettere una sanzione da 250€, anche senza evasione o dolo. Basta l’omissione.

Un errore banale, sì, ma che può costare caro. Anche perché può succedere che l’Agenzia, in assenza di quei dati, metta in discussione l’accesso stesso al regime forfettario. E lì il danno rischia di diventare davvero serio. Morale? Meglio perderci mezz’ora ora che pagare (e spiegare) dopo.

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