Lutto nel mondo della cultura: è morto Philippe Daverio

Malato da tempo, lo storico e critico d’arte è morto nella notte presso l’Istituto dei Tumori di Milano. Aveva 70 anni. 

Dopo una lunga malattia, si è spento nella notte, a 70 anni, Philippe Daverio. A renderlo noto con un messaggio Instagram, la regista Andrée Ruth Shammah, direttrice del Teatro Parenti di Milano. Docente, saggista, politico, divulgatore, storico e critico d’arte, Daverio lascia un vuoto incolmabile nel mondo della cultura italiana.

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Chi era Philippe Daverio

“Amico mio… il tuo silenzio per sempre è un urlo lancinante stamattina”: è con questa manciata di parole commosse che Andrée Ruth Shammah, regista teatrale e direttrice del Teatro Parenti, ha annunciato su Instagram la morte di Philippe Daverio. Il critico d’arte – che il prossimo ottobre avrebbe compiuto 71 anni – si è spento la scorsa notte all’Istituto dei Tumori di Milano, dopo una lunga malattia tenuta nascosta per molto tempo.

Nato il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, in Alsazia, da padre italiano e da madre francese, Daverio era il quarto di sei figli. Dopo un’educazione di stampo ottocentesco ricevuta in collegio, frequentò la Scuola Europea di Varese. Si iscrisse poi alla facoltà di Economia e Commercio alla Bocconi di Milano, diede tutti gli esami ma non scrisse mai la tesi finale: “non sono dottore perché non mi sono mai laureato, ero iscritto alla Bocconi nel 1968-1969, in quegli anni si andava all’università per studiare e non per laurearsi” diceva.

Critico d’arte, volto tv, docente e assessore

(ANSA/GIORGIO BENVENUTI)

La sua passione per l’arte lo portò ad aprire nel 1975 la sua prima galleria, Philippe Daverio, in via Monte Napoleone nel capoluogo lombardo, nella quale si occupava prevalentemente di movimenti d’avanguardia della prima metà del Novecento. Nel 1986 fu la volta della Philippe Daverio Gallery a New York, sull’arte del XX secolo, e qualche anno dopo, nel 1989, aprì una seconda galleria a Milano. Considerato uno dei massimi esperti italiani d’arte, ha allestito diverse mostre in tutto il mondo e pubblicato, sia come autore che come editore, una cinquantina di titoli, molti dei quali dedicati al rilancio internazionale del Novecento.

Dal 1993 al 1997, Daverio si cimenta nella politica, diventando assessore con deleghe alla Cultura, al Tempo Libero, all’Educazione e alle Relazioni Internazionali nella giunta Formentini del comune di Milano. Alla carriera di gallerista e critico d’arte ha affiancato anche quella televisiva: con il suo inconfondibile papillon, il suo marcato accento d’oltralpe e la sua irrefrenabile verve, Philippe Daverio ha aperto le porte dell’arte e della cultura al grande pubblico. Nel 1999 viene conosciuto grazie al programma di Rai3 Art’è, nel 2000 condusse la trasmissione Art.tù e dal 2002 al 2011 quella di divulgazione artistica Passepartout, sempre su Rai 3.

Daverio fu anche docente di Storia dell’Arte allo IULM di Milano, Storia del Design al Politecnico di Milano e di Disegno Industriale all’Università degli Studi di Palermo. Fu inoltre anche un inesorabile attivista: fondò il movimento d’opinione Save Italy con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione mondiale alla salvaguardia del patrimonio culturale dell’Italia e con cui impedì, ad esempio, la realizzazione di una discarica vicino Villa Adriana, a Tivoli, organizzando una grande manifestazione contro la proposta.

I messaggi di cordoglio, la camera ardente a Brera e i funerali

Alla notizia della morte di Philippe Daverio, i social sono stati invasi da messaggi di cordoglio e di ricordo: dal mondo dell’arte a quello politico, passando per il bacino di ammiratori, sono in molti ad aver espresso il proprio dispiacere per la perdita di un pezzo fondamentale del sapere e della cultura italiana.

La camera ardente sarà aperta domani, giovedì 3 settembre, dalle 9.30 alle 18.30, nella sala della Passione, a Brera, di cui Daverio era membro del comitato scientifico. I funerali, invece, si terranno il giorno dopo in forma privata a causa delle restrizioni legate al Covid-19.

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