Eleonora Giorgi, il fidanzato morto e la droga: “Ero la Lolita d’Italia”

La drammatica giovinezza di Eleonora Giorgi, il fidanzato morto in un incidente di moto e la dipendenza dalla droga: “Ero la Lolita d’Italia”.

(screenshot video)

Oggi la conosciamo come una delle più affermate attrici italiane, mamma di Paolo Ciavarro, che sta seguendo le sue orme. Ma il passato dell’attrice Eleonora Giorgi fu tutt’altro che semplice. Infatti, ha dovuto fare i conti con un dramma che l’ha colpita da giovanissima, ma anche con la dipendenza da eroina. “Sono diventata la Lolita d’Italia, il pubblico mi decretò un successo che mi alienò”, così in un’intervista Eleonora Giorgi ricorda i suoi primi anni di carriera, siamo tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta e l’attrice rischiò anche il processo.

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L’attrice Eleonora Giorgi e gli esordi: il dramma della giovinezza

Il rapporto con Alessandro Momo, giovane attore di tre anni più giovane di lei fu qualcosa che le ha cambiato la vita. Racconta infatti: “Lasciai il mio ragazzo e mi misi con Alessandro Momo. È morto con la moto che gli avevo prestato io”. L’attrice dopo la morte del giovane attore, che aveva recitato con Salvatore Samperi e Dino Risi e al fianco di Giusva Fioravanti, che sarebbe poi diventato protagonista della stagione del terrorismo nero italiano, visse un momento buio.

Venne anche indagata per incauto affidamento, in quanto all’epoca l’attore scomparso non aveva ancora 18 anni ed era alla guida di una moto di grossa cilindrata. Davanti al giudice sostenne che non sapeva che il ragazzo fosse più giovane di lei. Fu la famiglia di Alessandro Momo a scagionarla, avallando la sua tesi. Ma quel periodo fu per Eleonora Giorgi difficilissimo e iniziò a consumare eroina: “Ero talmente sola, che potevo fare. La droga era un problema grosso. Oggi ci sono strumenti per informarsi. Diventò una cosa talmente abitudinaria intorno a me che provai anche io”. Rivela l’attrice: “Ero schiava dell’eroina. Allora la droga era una piaga, era stata come un contagio per tutta la nostra generazione”.

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