Sergio Staino, chi è l’intramontabile vignettista padre di Bobo

Sergio Staino, dalla carta stampata alla televisione, dal teatro al web: l’ideatore del personaggio da 40 anni racconta l’Italia con la matita

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Sergio Staino (foto profilo Facebook)

Definire Sergio Staino solo fumettista sarebbe riduttivo ma da molti italiani viene ricordato per le sue vignette e poco per essere stato direttore di giornale. Negli anni siamo stati abituati a vedere i suoi disegni su vari quotidiani ma Staino ha una biografica ricca di esperienze professionali.

Nasce nel Senese e si laurea in architettura. Il disegno è quindi la sua principale passione che lo accompagna ancora oggi a ottant’anni compiuti lo scorso giugno. Comincia a insegnare disegno tecnico per le scuole toscane poi di stabilisce a Scandicci.

Nel 1979 c’è l’esordio su Linus con il personaggio di Bobo, secondo molti ispirato a Umberto Eco per la somiglianza. Dal quel momento la carriera artistica è in discesa. Collabora con Il Messaggero, L’Unità e nel 1986 fonda e dirige Tango, il settimanale che riunisce il meglio della satira italiana. L’anno successivo Bobo arriva anche in televisione, protagonista in alcuni sketch del programma Drive In, un vero e proprio cult degli anni Ottanta.

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Copertina libro di Staino

Sergio Staino direttore di un quotidiano

Staino lavora per la televisione con le vignette ma anche realizzando trasmissioni come Cielito lindo, tutto incentrato sulla satira e la comicità dove c’è l’esordio di Claudio Bisio. Le vignette quotidiane passano dalla carta stampata alla tv e tra il 1995 e il 1996 ne propone una per il Tg3. Non mancano nelle sua carriera i libri illustrati e tra televisione, cinema e teatro nel 2016 viene nominato direttore de L’Unità con Andrea Romano.

Cominciano mesi turbolenti con le dimissioni dalla carica nell’aprile 2017 quando la società proprietaria del giornale vuole un ridimensionamento dei lavoro. Dimissioni respinte ma Staino non torna indietro. A novembre riassume la carica, fino alla chiusura definiva del giornale un mese dopo. Comincia così la collaborazione con La Stampa e nell’anno successivo con un altro quotidiano, Avvenire, e online per Tiscali Notizie.

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