Il Premier Giuseppe Conte risponde al post di Beppe Grillo e lancia la sfida: “Il mio Governo non cadrà sul MES”
E’ un Giuseppe Conte determinato, determinatissimo, quello che parla nell’intervista rilasciata all’edizione oggi in edicola del quotidiano “La Repubblica”. Ma è una determinazione che nasconde una paura di fondo su tre questioni in particolare. Vediamole nel dettaglio.
La prima, il MES. La questione è delicata. Il prossimo 9 dicembre la Camera sarà chiamata a votare l’approvazione di alcune modifiche al MES, il fondo salva-Stati. Non si tratta dell’approvazione da parte dell’Italia delle richiesta di prestito alla UE, ma al tempo stesso, approvarne le modifiche implica un’adesione alla filosofia dell’istituto.
Su questo tema il dibattito è durissimo, dibattito sul quale è sceso ieri, come una mannaia, il post di Beppe Grillo: “Il Mes è inutile”. Per non tacere dei 50 parlamentari del Movimento 5 Stelle contrari al voto e delle profferta di Forza Italia disponibile a sostenere il governo sul tema specifico.
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E’ evidente che se il 9 dicembre le modifiche al Mes dovessero passare con una maggioranza diversa da quella che ha generato il Governo Conte bis si aprirebbe la Crisi. Ma su questo tema Conte è netto: “Non cadrò sul Mes”. Un messaggio diretto a tutti i naviganti a partire da Beppe Grillo.
La seconda questione è il rimpasto di Governo. Anche su questo Giuseppe Conte sfida gli alleati: “Chi lo vuole lo deve chiedere”. E al tempo stesso avvisa: “La parola rimpasto va tolta dal vocabolario della nuova politica” perché “i cittadini non la capiscono”.
La terza questione è un attacco, nemmeno troppo velato al Partito Democratico. L’attacco è su due questioni l’ingresso di Forza Italia in maggioranza, caldeggiato tanto dal PD quanto da Renzi di Italia Viva e le accuse di “fare troppo da solo”. Conte mena fendenti in tutti e due i casi. “Non dobbiamo costruire le fortune del governo – dice agli alleati – sui comportamenti di una forza di opposizione”. Netto sulla “solitudine”: “Sono abituato a queste accuse” liquida quasi con fastidio.
Nella parte finale dell’intervista Conte sparge ottimismo in particolare sulla struttura di governance presso Palazzo Chigi, una sorta di governo ombra e sul Comitato di vigilanza sull’attuazione dei piani UE, una sorte di governo ombra bis. Ma sembrano più che altro formule lessicali e giuridiche che, in controluce, indicano una paura di fondo: il voto del 9 dicembre sul Mes.
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