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Covid, ristoratori sfidano il governo: migliaia di adesioni a “IoApro”

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Simone Cadoni

La protesta dei ristoratori contro le misure restrittive imposte dal Dpcm si accende con l’iniziativa “IoApro”: il 15 gennaio migliaia di locali resteranno aperti nonostante i divieti.

Venerdì 15 gennaio prenderà il via l’iniziativa del mondo della ristorazione denominata “IoApro”. La protesta ha viaggiato rapidamente sui social: in poco tempo oltre 50mila esercenti di tutta Italia hanno dato la loro adesione alla mobilitazione contro le restrizioni imposte dal governo durante l’emergenza sanitaria generata dal coronavirus.

La protesta, partita dalla Sardegna, vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sul momento di difficoltà che stanno attraversando ristoranti, bar e pub, costretti a chiudere alle 18. Le misure adottate in questi mesi con i vari Dpcm hanno messo in ginocchio numerose attività, ormai stremate dalla crisi economica. Un’iniziativa simile era stata già lanciata anche in altri Paesi, come Germania e Svizzera.

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“IoApro”: i dettagli della protesta

La data del 15 gennaio scelta per dar vita a “IoApro” non è casuale: si tratta della vigilia dell’entrata in vigore del nuovo Dpcm, che secondo le indiscrezioni dovrebbe confermare la linea dura verso ristoranti e locali. L’obiettivo degli esercenti è dare forma a una vera e propria disobbedienza civile e pacifica.

L’iniziativa è partita da Maurizio Stara, titolare di un pub di Cagliari, che su Facebook ha chiesto ai gestori di tutti i locali d’Italia di aderire. L’imprenditore ha spiegato che, senza trasgredire le misure igienico-sanitarie richieste dal governo, sarà permesso ai clienti di sedersi ai tavolini dopo le 18, ma senza consumare. Le persone rispetteranno il distanziamento, non saranno più di 4 per tavolo e indosseranno obbligatoriamente la mascherina sia per accedere al locale che per spostarsi al suo interno, come previsto dalle norme.

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Ai clienti verrà chiesto inoltre di pubblicare sui social un selfie con l’hashtag #ioapro e #nonspengopiùlamiainsegna. Come spiegato dal promotore della mobilitazione, si vogliono mettere in evidenza il senso di responsabilità degli esercenti e la capacità di rispettare e far rispettare le regole di prevenzione dal Covid-19 all’interno dei locali.

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