I documenti nascosti di Solvay sui danni causati dai PFAS: l’accusa di EWG

Alla luce una verità, quella che una delle più importanti aziende produttive di bicarbonato, la Solvay, avrebbe nascosto documenti segreti che attesterebbero i danni causati dai PFAS. La sigla sta a indicare “Sostanze Perfluoro Alchiliche (acidi perfluoroacrilici)” una serie di composti chimici utilizzati prevalentemente in campo industriale: acidi molto forti usati in forma liquida.

“Gettyimages”

Per anni, Solvay, famosa ditta belga di produzione del bicarbonato, avrebbe fatto si che i test sui  rischi per la salute delle “Forever Chemical”, sostanze come i PFAS, dannose sia per l’uomo, sia per la specie animale. Queste sono le accuse che EWG, una organizzazione senza scopo di lucro, in cui operano un gruppo di attivisti americani specializzato in ricerca e sostegno nei settori dei sussidi agricoli, e che indagano sull’utilizzo delle sostanze tossiche e inquinanti.

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I documenti segreti della Solvay su danni Pfas

Una mossa quella di Solvay che potrebbe costare 400 mila euro, come richiesto dalla stessa EWG, per aver omesso i dati. Secondo l’organizzazione, Solvay Specialty Chemicals ha per ben otto anni, non comunicato e nascosto i dati dei test sugli animali e sull’uomo che testimoniavano la natura dannosa delle sostanze come i PSAF. Si tratta di una continua e persistente violazione della legge “Toxic Substances Control Act”, approvata dal Congresso democratico degli Stati Uniti nel 1976 per regolare l’uso e l’introduzione delle sostanze chimiche nuove o già esistenti.

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Le altre violazioni da parte di Solvay

Già nel 2005 Solvay era stata multata di 10,25 milioni di dollari per aver taciuto e tenuti nascosti gli studi sulla tossicità del PFOA. Sostanza che è stata gradualmente eliminata, non solo da parte della Solvay ma anche da altre aziende. Ma come è riuscita a dimostrare EWG la Solvey fino al 2011 non ha eliminato il carbossilato di cloroperfluoropolietere. Solvay, solo 2019,  ha presentato un documento all’EPA dimostrando di aver eseguito esami sul sangue dei propri dipendenti. Così facendo ha rivelato che già dal 2011 l’azienda era a conoscenza che i composti carbossilati del cloroperfluoropolietere si trovavano in grande quantità in circolo all’interno dei lavoratori. C’è un lungo intervallo tra il momento in cui sono stati condotti gli studi fino al momento in cui sono stati pubblicati, Solvay ha violato così la legge TSCA che richiede la pubblicazione immediata quando un’azienda viene a conoscenza di un forte rischio. Il tutto non è altro che una complessa violazione, anche dal punto di vista federale. Con una nuova petizione EWG chiede all’EPA di far rispettare le disposizioni della legge sulla rendicontazione obbligatori, elargendo multe salate alle aziende che violano la legge.

I protocolli di sicurezza dell’UE

L’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha recentemente abbassato la soglia limite di utilizzo di sostanze perfluoroalchiliche, o PFAS, che si accumulano nell’organismo umano. Come specificato in una nota da parte della stessa autorità “La soglia è una dose settimanale tollerabile di gruppo di 4,4 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo alla settimana.”

L’Italia, al momento, precisamente in Veneto, è alle prese con un problema che ha provocato non pochi scandali, poiché una quantità massiccia di PFAS è stata rilevata nell’acqua potabile.

Si cerca anche di indagare sugli effetti causati dai nuovi sostituti dei PFAS, elementi come i carbossilati di cloro perfluoropolietere. I ricercatori di EWG stimano che più di 200 milioni di americani potrebbero avere PFAS tossico con una concentrazione altissima sull’uso quotidiano dell’acqua potabile. Molto oltre i limiti massimi consentiti.

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