Le ultime notizie sulla crisi di Governo: maxi tavolo tecnico di maggioranza

Entro la giornata di domani Fico dovrà “salire” al Quirinale per riferire l’esito del mandato esplorativo ricevuto dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. I capigruppo discutono sul “documento programmatico”.

(Photo by ALESSANDRA TARANTINO/POOL/AFP via Getty Images)

Già da questa mattina le delegazioni hanno ripreso i lavori sul programma di governo per poi riprendere nel pomeriggio: al centro del dibattito temi come il reddito di cittadinanza e le politiche attive del lavoro. Ma il tavolo sul programma di governo è entrato nel vivo delle discussioni. Italia Viva spinge sul Mes e il bicamerale, replica con un no secco il Movimento 5 Stelle, mentre il Zingaretti rinnova piena fiducia in Conte e Gualtieri. E nel bel mezzo delle divergenze Fico ha tempo fino a domani.

La sala della Lupa fa da sfondo alla riunione dei capigruppo e la questione si accende sul “documento programmatico” su cui Renzi non fa nessun passo indietro, rivendicando che queste cose vanno decise sin da subito – continua il segretario di Italia Viva “Alla fine di questa settimana avremo, spero, il nuovo governo, dovrà essere un governo di persone capaci e meritevoli. Solo così l’Italia si salva”.

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Il nodo da sciogliere sul Mes

A quanto pare durante i lavori Italia Viva ha dettato alcune condizioni, come quella sul Mes, aprendo le porte anche per una richiesta del prestito ma in modo parziale, ricevendo piena opposizione sul tema da parte dei pentastellati. Su una linea più morbida si è espressa la delegazione dei Dem che andrebbero incontro ad un eventuale accordo sullo strumento del Mes ma solo nel caso in cui ci fosse una netta intesa all’interno della maggioranza.

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“O si esce dalla crisi con un’assunzione nuova di responsabilità collettiva, dentro un perimetro europeista, oppure diventa inevitabile sottoporsi al giudizio degli italiani” dichiara il Ministro per gli affari regionali e le Autonomie” in un suo intervento a Radio Immagina.

L’ipotesi alternativa

Su questo punto cruciale il rischio di una frattura totale all’interno della maggioranza è una componente che rischia di diventare irreparabile. Sale in cattedra l’ipotesi di un governo tecnico formato da una maggioranza compatta. Sia Matteo Renzi che Silvio Berlusconi non hanno chiuso le porte all’argomento e in tal senso i due partiti non hanno chiuso al dialogo.

Continua a dichiararsi a favore delle elezioni invece il leader della Lega Matteo Salvini, così come la Meloni che ha ribadito in questi giorni la volontà di andare al voto. Ipotesi al momento molto lontana dalla reale attuazione, viste anche le condizioni in cui il paese si ritrova.

Il Partito Democratico non ha mai ceduto terreno per ambire al Conte ter, come ha spiegato Luigi Zanda spiega: “Oggi sia Pd che 5Stelle puntano tutto su un Conte-ter e non fanno ipotesi di un eventuale fallimento. Mi sembra però certo che, in qualsiasi circostanza, si dovrebbero evitare elezioni politiche anticipate e prevedere che all’Italia servirà una soluzione politica fortemente europeista con un governo formato e presieduto da una personalità di alto profilo e una maggioranza forte“. E uno dei nomi che sta rimbalzando nelle ultime ore è quello di Mario Draghi, ritenuto da molti una personalità di alto profilo istituzionale e un punto di incontro per la mediazione in ambito europeo.

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