Tommy Gunn, chi è l’attore del film Rocky V: dal ring all’Hiv

Tommy Gunn, l’antagonista di Silvester Stallone ha una storia particolare con un infanzia difficile. È morto a soli 44 anni

Tommy Morrison
Getty Images

Tommy Gunn è il personaggio amico poi nemico di Rocky nel quinto e ultimo film della saga del pugile italiano più famoso della storia cinematografica mondiale. Come altri attori che hanno avuto un ruolo nei film di Stallone, anche lui era un vero pugile, scomparso nel 2013 a 44 anni.

Tommy Morrison – questo il suo vero nome – era ritenuto uno dei pugili più forti al mondo e nel 1993 divenne campione di pesi massimo di WBO quando vinse su George Foreman. È stato un’eccezione nella boxe. Aveva due soprannomi, la “speranza bianca” e “The Duke”. Il primo era dovuto al fatto che era l’unico atleta con la pelle bianca a far bene in una categoria dominata da atleti neri. Il secondo soprannome era dovuto al fatto che fosse pronipote del grande attore americano John Wayne, pseudonimo di Marion Robert Morrison, che era chiamato appunto “The Duke”.

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Tommy “Gunn” Morrison, i motivi della morte precoce

Tommy Morrison in Rocky V

Proprio il suo stile di boxare, il suo sinistro e il fisico imponente gli consentirono di prendere parte al film dove vestì i panni dell’allievo ingrato di Rocky (ormai lontano dal ring) che volta la faccia all’ex campione sempre amatissimo dal pubblico.

Ebbe un’infanzia difficile con la mamma accusata di omicidio, il padre alcolizzato e una fratello condannato a quindici anni per violenza sessuale. Proprio l’anno precedente al film, nel 1989, debuttò nel professionismo. Il titolo che vinse nel 1993 lo tenne solo per qualche mese alla quarta riprese nell’incontro contro Michael Bentt. Nel 1996 la svolta (negativa) per la sua carriera e vita: fu trovato positivo all’Hiv.

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La carriera la chiuse però nel 2007 dichiarò che il test di undici anni prima fu falsato e dallo Stato del West Virginia ottenne la licenza per salire di nuovo sul ring. Morrison nel settembre 2013 in ospedale a Omaha, in Nebraska, Secondo la moglie le cause furono la sindrome di Guillain-Barré (paralisi progressiva agli arti) mentre la mamma disse che fu a causa dell’Aids

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