Thierry Breton: “Una dose di vaccino su tre non è utilizzata”

Il commissario Ue all’Industria, Thierry Breton ha dichiarato come la produzione di vaccini aumenterà nelle prossime settimana e che per questo serve che i Paesi attuino un piano funzionale.

MUNICH, GERMANY – FEBRUARY 15: Thierry Breton, European commissioner for internal market (Photo by Johannes Simon/Getty Images)

La corsa ai vaccini sta entrando nella fase cruciale, alcuni Paesi sono avanti nelle campagne vaccinali ma altri, con situazioni sociali e le instabilità politiche interne devono fare i conti e correre. Il commissario dell’Unione europea all’industria mette in guardia e prova a sollevare il problema dei piani vaccinali. La produzione sembra spedita verso una progressiva accelerazione che fa ben sperare e l’approvazione di altri vaccini non è così lontana, serve quindi attuare le campagne di vaccinazione all’interno dei Paesi membri.

Il commissario Thierry Breton fa il punto della situazione e afferma al Corriere della Sera quel è l’intento della task force da lui presieduta e voluta dalla Commissione Europea “Ora la mia battaglia è permettere a tutti i cittadini europei e ai miei amici italiani di avere il più velocemente possibile le dosi di cui hanno bisogno. La capacità di produzione in Europa arriverà a 2-3 miliardi di dosi all’anno: questo è l’obiettivo che abbiamo per fine anno”. Il nodo che però viene al pettine è quello che in Europa una dose su tre non venga utilizzata.

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Continuando sulla questione vaccini il commissario ha poi delineato anche il percorso e il complesso gioco di incastri, chiarando anche il nodo “autorizzazioni”: “Se un Paese per delle ragioni di urgenza vuole non aspettare l’autorizzazione dell’Ema può farlo ma a suo rischio e pericolo, e non ha la garanzia totale della sicurezza scientifica fornita dall’Ema. La Gran Bretagna ha scelto questa via e ha dato il via libera almeno un mese prima di noi, che abbiamo atteso di avere la documentazione completa: Pfizer—BioNTech è stato approvato il 22 dicembre, Moderna il 6 gennaio e AstraZeneca il 29 gennaio. Londra rispettivamente il 2 dicembre, l’8 gennaio e il 30 dicembre. Gli Stati Uniti invece per i primi due circa un mese prima di noi e AstraZeneca non ancora». Stati Uniti che hanno accelerato sotto l’amministrazione Biden e che puntano ad avere vaccini sufficienti per coprire l’intera popolazione entro la fine di maggio, come ha affermato lo stesso presidente del Stati Uniti.

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Il commissario Breton conclude poi, ponendo al primo posto la necessità di effettuare uno sforzo collettivo e funzionale per le campagne vaccinali “A oggi sono stati consegnati in Europa circa 43 milioni di dosi, negli Usa circa 96 milioni. Quattro settimane fa gli Stati Uniti erano a 50 milioni. Ecco come nasce lo scarto con gli Usa. Alla fine di marzo il nostro obiettivo è arrivare a 95-100 milioni di dosi. Ma a fronte dei 43 milioni di dosi consegnate ne sono state somministrate 30 milioni 204 mila. All’Italia sono state consegnate 6.542.260 dosi e ne sono state somministrate 4.434.131”. “Gli Stati membri devono mettere in pratica velocemente la loro politica vaccinale perché la capacità di produzione di dosi aumenta di settimana in settimana”. La necessità di fermate la corsa del virus diventa sempre di più un punto centrale. In Italia la campagna vaccinale sembra procedere a rilento, rispetto alla media degli altri Paesi. Il cambio di passo arriverà con la produzione interna? Forse, ma al momento non basta.

 

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