Van Basten, accuse pesanti al Napoli: “Rubato lo scudetto del 1990”

Van Basten in una lunga intervista a As parla del titolo di oltre 30 anni fa: “Dovevano mandare due squadre italiane in Coppa dei Campioni”

Marco Van Basten
Marco Van Basten (Getty Images)

Il mese prossimo saranno trent’uno anni che dalla vittoria del secondo e ultimo scudetto del Napoli. Tanto tempo non è però bastato a mettere da parte le polemiche e le accuse, anche pesanti.

Il grande campione olandese Marco Van Basten, all’epoca calciatore del Milan che con gli azzurri si contendeva il titolo tricolore, in una lunga intervista al giornale spagnolo As ha detto che il Napoli rubò lo scudetto del 1990.

Il motivo era mandare in Coppa dei Campioni (oggi Champions League) due squadre italiane: il Milan in quanto detentore della coppa della precedente edizione e il Napoli con la vittoria del campionato.

Secondo Van Basten tanti furono gli errori arbitrali a favore del Napoli e a sfavore del Milan e cita le partire dei rossoneri contro l’Inter e il Verona. Di quel campionato è nota anche la vicenda della monetina di Bergamo.

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Van Basten: “Maradona calciatore meraviglioso”

Van Basten
Maradona – Van Basten (foto Facebook)

Il Napoli in trasferta contro l’Atalanta era bloccato sullo 0-0 quando dagli spalti di casa fu lanciata una monetina che colpì il brasiliano degli azzurri Alemao. Il giudice sportivo assegnò la vittoria a tavolino alla squadra partenopea.

Vam Basten ricorda l’episodio dicendo – erroneamente – che il Napoli perdeva 2-0: “La partita è stata regalata, fu qualcosa di tremendo. Il Napoli ha vinto quello scudetto negli uffici“.

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Nella lunga intervista ha parlato anche dell’allenatore Arrigo Sacchi. Il tecnico di Fusignano “nel sonno urlava le tattiche delle difese”, un uomo che pensava al calcio 24 ore a giorno. Di Maradona ha detto che è stato un calciatore meraviglioso e di averlo conosciuto meglio dopo aver chiuso con il calcio giocato: “Era preoccupato per il benessere dei calciatori“. Inevitabile accennare al paragone con l’altro argentino, Messi. La pulche per l’olandese è più costante “ma lui era un leader”.

 

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