Un operaio di ArcelorMittal, ex Ilva di Taranto, è stato licenziato dopo aver invitato a guardare la fiction di Sabrina Ferilli, “Svegliati amore mio”, sulle conseguenze delle emissioni delle acciaierie. Il sindacato Usb ha indetto uno sciopero.
ArcelorMittal ha licenziato “per giusta causa” un suo impiegato per aver condiviso su Facebook un post in cui invitava a guardare la recente miniserie tv di Sabrina Ferilli, “Svegliati amore mio”, incentrata sulle ripercussioni sanitarie e ambientali delle aree situate nei pressi delle acciaierie. Secondo la multinazionale, il lavoratore, un tecnico di controllo costi in azienda da 20 anni, avrebbe scritto “affermazioni di carattere lesivo e minaccioso”, denigrando azienda e management.
L’operaio licenziato, contattato da LaPresse, ha invece raccontato di aver semplicemente “condiviso sulla pagina Facebook un post scritto da altri con cui si invitava a vedere la fiction in onda su Canale 5”. Il lavoratore della multinazionale ha spiegato che il post conteneva frasi che facevano riferimento a situazioni di inquinamento ambientale e per questo gli viene contestato di aver leso l’immagine della società. “Adesso – ha sottolineato – impugnerò il licenziamento”.
Il provvedimento di ArcelorMittal è stato comunicato al dipendente nella giornata di ieri, giovedì 8 aprile, dopo una contestazione disciplinare e una sospensione di cinque giorni che ha coinvolto per lo stesso motivo anche un altro impiegato della multinazionale. Quest’ultimo sarebbe però stato graziato dopo essersi scusato pubblicamente e aver incontrato i vertici dell’azienda. “Intendo prendere le distanze da una mia precedente pubblicazione in bacheca – ha spiegato nella nota di scuse – Il post non aveva, nelle mie intenzioni, finalità denigratorie ed offensive verso nessuno”.
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Per il licenziamento da parte di ArcelorMittal e per altre rivendicazioni, il sindacato Usb di Taranto (Unione Sindacale di Base) ha proclamato uno sciopero a oltranza, come riportato dal Corriere della Sera, per il 14 aprile con un sit-in davanti ai cancelli della direzione dello stabilimento. La mobilitazione è “mirata a chiedere unicamente che questa multinazionale, il suo Ad e i suoi discepoli vengano immediatamente cacciati da Taranto”.
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Secondo il sindacato, il provvedimento “non è altro che un gravissimo attacco alla democrazia e in particolare alla libertà di espressione e opinione”. “Questo è l’ennesimo schiaffo – viene evidenziato nel comunicato – come se non bastasse quanto fatto in precedenza, a tutta la comunità jonica che al danno, aggiunge la beffa”.
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