Da modella a infermiera nei reparti Covid, la storia di Elisa: “Mi sono offerta volontaria”

Elisa Bruno, 25 anni, ha lasciato la carriera avviata nella moda per diventare infermiera nei reparti Covid.

(Instagram)

Elisa Bruno, 25enne di Marlia, in provincia di Lucca, ha abbandonato la carriera di successo da modella per diventare un’infermiera. Laureata all’Università di Infermieristica di Pisa, con una specialistica per diventare “Infermiere di famiglia e di comunità”, Elisa ha incominciato sin da subito a lavorare negli ospedali. Inizialmente l’avevano inserita in un reparto di Cardiochirurgia pediatrica, ma con il peggioramento della situazione pandemica in Italia, ha deciso di offrirsi volontaria nei reparti Covid.

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Da modella a volontaria nei reparti Covid

In passato Elisa ha fatto la modella, sfilando in diversi eventi in giro per l’Italia e diventando testimonial di diverse marche. “Per me fare la modella è stato un lavoro vero con il quale sono riuscita ad andare avanti da sola. Ho sfilato a Pitti Immagine a Firenze, in molti eventi in Versilia, nel Principato di Monaco, a Cannes, Roma e sono stata testimonial Diadora” ha dichiarato.

Un lavoro che le piaceva molto, ma che resta una mera passione per pagarsi gli studi. Elisa, infatti, ha sempre avuto un’unica passione nella vita, fare l’infermiera. Ha dunque studiato sodo e dopo la laurea triennale e un master, il lavoro è subito arrivato. Inizialmente è stata inserita in un reparto di Cardiochirurgia pediatrica, “Un lavoro molto impegnativo, ma avevo già qualche esperienza nel campo” dice.

Da poco più di una settimana, però, Elisa Bruno è diventata un’infermiera dei reparti Covid. La giovane si è offerta volontaria all’appello della caposala, che aveva chiesto rinforzi lì dove il tempo non lascia scampo. “Davanti a una richiesta di aiuto, io ho alzato la mano e mi sono offerta volontaria”. Oggi lavora nelle terapie intensive del Policlinico Sant’Orsola di Bologna dove ogni giorno c’è chi non ce la fa a causa del Covid.

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“Il pensiero che i parenti non possano rivedere i loro cari è molto doloroso. Ogni giorno su quei letti vedo persone giovani, di 50, 60 anni. Penso che potrebbero essere i miei genitori. È straziante. Non riesco a dormirci la notte, ma non mollo” afferma Elisa che tutti i giorni guarda in faccia il dolore provocato dal virus. Per il momento preferisce essere utile in Italia e nei reparti dove c’è più bisogno, ma Elisa continua comunque a coltivare un sogno nel cassetto: “Il mio obiettivo resta quello di continuare a studiare per specializzarmi e arrivare poi anche a ricoprire il ruolo di manager ospedaliera: più organizzativo che operativo. Non escludo un’esperienza all’estero, magari in Africa, anche come semplice volontaria“.

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