Maria Elena Capitanio nasce a Milano e cresce a Roma, è una giornalista professionista, dal 2008 è in attività, ha trattato diversi argomenti.
Tra i suoi articoli ci sono temi come la politica, l’economia, la medicina, l’arte, la moda, il costume e l’attualità. Il tutto è stato scritto e redatto in testate nazionali sia di quotidiani che di settimanali.
Vanta anche delle comparse in radio e in tv, pubblica tre saggi di cui uno sul femminismo intitolato: “La Deriva del Femminismo: dalle suffragette al movimento Me Too”, distribuito da Historica.
Il suo libro si pone come un viaggio sulle tracce dell’identità femminile, si parte dai primordi del femminismo del ‘700 per poi passare al “power dress” delle politiche nel ‘900, infine si arriverà al movimento Me Too.
Il libro analizza in modo particolare tutte le sfaccettature per la lotta alla parità dei sessi e dei diritti alle donne, il tutto viene spiegato e analizzato soprattutto in base alla società occidentale.
Il punto di vista è forte, molto carico di emotività, la quale lancia diversi interrogativi sul futuro dell’emancipazione femminile, cercando di rompere i tabù e i le costrizioni mentali che annientano il tema.
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La bandiera femminista è ancora utile o è giusto pensare ad altro e andare oltre? Il libro è una sorta di affresco che ci illustra la storia del femminismo, dando uno sguardo a quello antico, per poi soffermarsi a quello recente.
La lotta delle suffragette viene spiegata e motivata sino alle più contemporanee teorie moderne, come ad esempio il “secondo sesso” di De Beauvoir.
La giornalista ci ricorda le figure di donne straordinarie e coraggiose, le quali lottarono per imporre una parità di sesso che ancora non esisteva. Il sesso “Forte” nei secoli passati annientava il sesso “debole”.
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Mary Astell fu la prima proto-femminista del fine ‘700, dopo di lei ci fu la scrittrice francese Colette, la quale tramite la sua caparbietà e fierezza cominciò a scrivere usando il nome di una donna.
Si parlerà anche di Mary Wollstonecraft, la madre di Mary Shelley, la donna che inventò il mito di Frankenstein, veniva chiamata anche “la iena in gonnella” proprio per la sua forza d’animo. Queste e altre storie di donne forti e decise sono narrate nel libro e saggio scritto dalla poliedrica ed instancabile giornalista italiana.
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