Torre Annunziata, è caccia agli assassini: individuate cinque persone

Torre Annunziata, i carabinieri hanno sono alla ricerca di cinque uomini per l’omicidio di lunedì sera: la testimonianza della figlia

Torre Annunziata
Maurizio Cerrato, foto Facebook

Nell’indagine dell’omicidio di Maurizio Cerrato avvenuto lunedì sera a Torre Annunziata, nel Napoletano, sono stati fatti passi avanti. I carabinieri della locale Compagnia, grazie alle testimonianza della figlia e alle immagini delle telecamere di videosorveglianza, sono riusciti a individuare i responsabili.

È in corso ora la caccia di cinque persone. Cerrato infatti non è stato aggredito da un solo uomo come si credeva inizialmente e i militari sono ora sulle tracce degli individui dei quali bisogna anche capire il ruolo avuto nella triste vicenda.

La storia ha lasciato sgomento in città e il sindaco Vincenzo Ascione ha proclamato il lutto cittadino nel giorno dei funerali. Maria Adriana, la figlia ventenne della vittima, ha raccontato che il padre non è rimasto ucciso a causa di una lite ma si è trattato di un vero e proprio agguato.

La notizia si era diffusa nella mattinata di martedì e molti organi di stampa aveva riportato che il motivo dell’omicidio era stata una futile lite per un parcheggio. La figlia ieri con un posto su Facebook – prima di chiudere il profilo – ha precisato come sono andati i fatti.

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Torre Annunziata, si stringe il cerchio

Getty Images

Maria Adriana ha scritto che il padre era entrato in un negozio mentre lei aveva parcheggiato l’auto. Il suo “torto”, però, sarebbe stato quello di averlo fatto in un posto occupato da una sedia. Per prima cosa i delinquenti hanno bucato la gomma della ruota poi c’è stata la tragedia.

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La ragazza ha detto che il padre è stato ucciso perché voleva difenderla. L’uomo stava cambiando la gomma bucata quando è stato aggredito prima con il gonfiatore, poi è stato ferito mortalmente all’addome con un coltello. Inutile la corsa della ragazza presso l’Ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. L’uomo è arrivato a pronto soccorso che era già morto. Niente e nessuno potrà mai risanare una ferita così profonda, per la famiglia e la città che spera comunque di aver un minimo di giustizia con la cattura dei responsabili.

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