Chi erano Antonino Agostino ed Emanuele Piazza: uccisi dalla mafia

Ci sono storie che per sempre rimarranno impresse sulla memoria di questo Paese: il 5 agosto 1989 venivano assassinati dalla mafia Antonino Agostino e la moglie Ida Castelluccio, lei incinta di due mesi. Otto mesi dopo veniva ucciso dalla Cosa nostra siciliana Emanuele Piazza, un giovane poliziotto il cui corpo non venne mai ritrovato.

(Antonino Agostino, Ida Castelluccio – Emanuele Piazza)

C’è un uomo, determinato, barba folta e lunga, il suo nome è Vincenzo Agostino, padre di Antonino Agostino, assassinato da Cosa nostra il 5 agosto del 1989. Proprio dal giorno dell’omicidio del figlio e della nuora Ida Castelluccio, incinta di appena due mesi, Vincenzo non ha più tagliato la barba, con una promessa: quella di non tagliarla fino a quando giustizia sarà fatta.

Intorno all’omicidio del poliziotto, nonché membro del SISDE, gravitano ancora tanti misteri irrisolti della storia della Repubblica italiana e non solo. Agostino non era un semplice poliziotto, ma molto di più. Talentuoso investigatore Antonino Agostino rappresentava un modello di lealtà e competenze, riconosciute anche dai colleghi, tanto da far parte di un’unità investigativa. E fu proprio la capacità di investigazione del poliziotto ad infastidire Cosa nostra. Agostino, come dimostrerà poi la procura di Palermo, collaborava con il magistrato Giovanni Falcone e conduceva attività volte alla cattura di boss latitanti, come Riina e Provenzano. Un destino quello di Antonino Agostino legato al nome di Giovanni Falcone – Agostino, al momento della morte, stava indagando proprio sul fallito attentano dell’Addaura del 21 giugno 1989, quando gli agenti di scorta ritrovarono l’esplosivo all’interno di un borsone.

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Sul fallito attentano Antonino Agostino aveva probabilmente intuito e scoperto dei passaggi importanti, spingendo la mafia a compiere il brutale omicidio. 32 anni dalla morte di Antonino D’agostino e della moglie Ida Castelluccio il gup Alfredo Montalto ha condannato il boss Madonia a 32 anni di reclusione per il duplice omicidio eseguito a Villagrazia di Carini – per il boss Gaetano Scotto il processo in Corte d’Assise inizierà invece il 26 maggio, così come per Francesco Paolo Rizzuto, con l’accusa di favoreggiamento. Rimangono però ancora tanti punti non chiariti nella storia di Antonino Agostino, e domande senza risposta, come il ruolo di alcuni personaggi in seno, all’epoca dei fatti, ai Servizi segreti, come Bruno Contrada e alla figura del poliziotto Giovanni Aiello (soprannominato “faccia da mostro”).

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L’omicidio Emanuele Piazza

Il destino ha legato ad Antonino Agostino la storia di Emanuele Piazza, ucciso nel marzo del 1990, otto mesi dopo il duplice omicidio avvenuto a Villagrazia di Carini. Emanuele era un giovane poliziotto, anch’esso membro del SISDE. Insieme i due collaborarono indagando sul fallito attentato all’Addaura. Scomparve il 25 marzo e il corpo non fu mai ritrovato. Una storia di depistaggi e omertà e ancora di un padre, in questo caso Giustino Piazza che da sempre chiede verità per il figlio.

Forse anche qui le indagini sull’attentano all’Addaura, come nel caso di Antonino Agostino, furono fatali. Il collaboratore di giustizia Francesco Onorato racconterà le vicende legate al delitto e alla sparizione. Grazie alle dichiarazioni di Onorato e di Giovan Battista Ferrante, nel 2001, Salvatore Biondino, Antonino Troia e Giovanni Battaglia furono condannati all’ergastolo. Il corpo però non venne mai ritrovato.

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