Caritas: “A causa del Covid i nuovi poveri sono cresciuti del 24%”

Allarme della Caritas Italiana: “In sette mesi di epidemia, tra settembre 2020 e marzo 2021, i nuovi poveri sono cresciuti del 24.4%”

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso della suo intervento all’Università di Brescia, tra le città più colpite anche in termini di vittime dal Covid, ha sottolineato come sia ormai giunto il momento di “pensare e progettare il futuro“: “Brescia e l’intera Lombardia hanno vissuto giorni di particolare sofferenza, di grandi lutti. La generazione più anziana è stata falcidiata in questo periodo ma questo è il tempo del rilancio comune“. Una ripartenza nella ricerca di una “normalità più consapevole che renda possibile una nuova veloce crescita”.

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Tuttavia, la Caritas Italiana ha lanciato l’allarme sull’aumento dei nuovi poveri, molti dei quali non versavano in condizioni di indigenza prima dell’epidemia di Covid: “Nei sette mesi di epidemia, tra settembre 2020 e marzo 2021, i nuovi poveri sono cresciuti del 24.4%. In quel periodo le associazioni di volontariato si sono occupate di 544.775 persone e tra loro quasi uno su quattro, il 24.4%, è un nuovo povero: in totale si tratta di 132.717 individui. Tra gli assistiti le donne sono la maggioranza (il 53.7%) così come gli italiani, il 57.8%.

Caritas: “A causa del Covid i nuovi poveri sono cresciuti del 24%”. FIPE: “Persi 514 mila posti

A conferma delle difficoltà economiche di tanti nostri connazionali, in 14 mesi sono stati bruciati 514 mila posti lavoro, il doppio dei posti creati tra il 2013 e il 2019, e per oltre 6 ristoratori su 10 il calo di fatturato ha superato il 50% del volume d’affari dell’anno precedente: è quanto emerge dal Rapporto annuale sulla ristorazione in Italia di Fipe-Confcommercio. Il settore esce a “pezzi” dopo un anno di epidemia: il 97.5% delle imprese ha registrato un calo del fatturato nel 2020, inoltre per effetto delle restrizioni alla mobilità cambiano i consumi, si mangia di più in casa: cresce di 6 miliardi, infatti, la spesa alimentare mentre crolla di 31 miliardi quella nei bar e ristoranti.

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In controtendenza, invece, secondo l’ISTAT, l’export e l’import: “A marzo si stima una crescita congiunturale per i flussi commerciali con l’estero: per l’import (+6.0%) e l’export (+3.2%). L’incremento su base mensile di export è dovuto all’aumento di vendite verso l’Ue (+3.7%) e verso i mercati extra Ue (+2.6%). L’export sale su base annua del 28.1%: la crescita è maggiore verso l’Ue (+32.6%) rispetto a quella verso l’area extra Ue (+23.2%). Tuttavia, è l’import a registrare l’aumento tendenziale più marcato (+35.1%). Nel I° trimestre, rispetto al precedente, l’export è aumentato del 2.6%, l’import del 5%.

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