Torino, migrante si suicida in Cpr: accertamenti della Procura

Torino, nel Centro Permanenza per il Rimpatrio si è tolto la vita il ragazzo aggredito qualche settimana fa a Ventimiglia

Torino
Foto Facebook No Cpr Torino

Musa Balde aveva 23 anni e si è tolto la vita nel Cpr, il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino. Sabato si è tolto la vita impiccandosi con le lenzuola della stanza in cui si trovava e ora la Procura del capoluogo piemontese ha avviato un’indagine. Un epilogo triste considerando la attraversata che ha compiuto dalla Guinea e quello che ha subito in Italia.

Il giovane infatti le settimane scorse era stato protagonista sua malgrado di un video che aveva fatto il giro del web. Per le trade di Ventimiglia era stato preso a spranghe da tre persone, accusato di aver tentato il furto del cellulare di uno di loro. Qualcuno dai balconi ha ripreso la scena e il video ovviamente ha fatto il giro del web.

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Torino, migrante morte: le parole del Garante

Cpr Torino (foto Faceook)

Dopo l’episodio di violenza era stato curato in ospedale e poi, appurato che la sua posizione in Italia era irregolare, presso il Cpr di Torino. Il Garante per le persone private della libertà Mauro Palma ha affermato che più volte le inadeguatezze dei Cpr sono state evidenziate soprattutto quello di Torino, segnalazioni fatte alla Prefettura.

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Da appurare se il giovane dovesse essere rilasciato, che tipo di cure ha ricevuto e se le sue condizioni gli permettevano di stare in un Cpr. Soprattutto quale fosse lo stato di natura psicologica per il quale nessun tipo di sostegno sarebbe stato avviato nei confronti del ragazzo, dice Gian Luca Vitale, l’avvocato che stava seguendo il caso di Musa Balde.

 

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