Sara Pedri, la sorella Emanuela pensa al peggio: il caso del medico scomparso

Sara Pedri, la sorella Emanuela pensa al peggio: il caso del medico scomparso. La trasmissione di Rai 3 Chi l’ha visto? torna a parlare della dottoressa scomparsa

Sara Pe

Sara Pedri, un’altra storia dai contorni sempre più oscuri, che tendono, inevitabilmente, al nero. Si continua a cercare la giovane dottoressa scomparsa il 4 marzo scorso, ma al momento nessuna novità. Si continua a cercare di capire cosa effettivamente avvenisse in quel reparto di ginecologia dove lavorava Sara. Si cerca di capire se l’ambiente di lavoro e la malsana aria che, secondo taluni, si respirava sia stato la causa scatenante della scomparsa di Sara Pedri.

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La trasmissione di Rai 3 Chi l’ha visto? è tornata prepotentemente sulla vicenda della giovane ginecologa, mettendo il dito sulla piaga riguardante le pressioni che la giovane subiva all’interno del reparto dove prestava servizio. Sara era sempre più magra ed avvilita proprio per quel clima che era creato nel reparto di ginecologia. Le parole della sorella di Sara, Emanuela, confermano un clima di terrore nel reparto: “Ha cominciava a sentirsi insicura, usava sempre l’espressione mi sento terrorizzata”.

L’ambiente di lavoro di Sara. Opinioni discordanti

Nonostante le smentite del direttore della prevenzione dell’Apss, Antonio Ferro, il quale afferma che “non ci sono degli elementi oggettivi per ritenere che ci sia una connessione diretta tra questa sparizione e il lavoro”, altre voci provenienti da colleghi di Sara Presentano una situazione ben diversa.

“Alcune di noi sono già state chiamate a testimoniare dal Pm, abbiamo già rilasciato nei dettagli sia il cambiamento di Sara sia certi avvenimenti di urla eccetera”. “In sala operatoria, secondo una testimonianza di un’altra collega di Sara, c’erano ferri chirurgici che volavano addosso alle persone anche per un non nulla, o venivano allontanate dalla sala operatoria”.

“Magari anche ginecologi bravi non li facevano più andare in sala operatoria. Venivi annullata. Ti fanno sentire una nullità e ti fanno mettere in dubbio ciò che tu da decenni fai tutti i giorni, cercano di trovare lo sbaglio anche se l’errore non c ‘è pur di metterti in crisi. Non si respira un’aria serena, si respira la paura di sbagliare perché non ci si fida di nessuno”.

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In un racconto ambiente di lavoro, Sara pensa di essere vittima di mobbing. Per questo psicologicamente e psicologicamente era stremata: Tremava e piangeva, ricorda Emanuela. Per questo la famiglia ritiene possibile che Sara possa aver concepito l’idea di farla finita. Per lei quella situazione era insostenibile e niente e nessuno l’avrebbe potuta cambiare. Nemmeno la lettera di dimissioni che Sara scrisse e consegnò ai suoi superiori, la liberò da quell’angoscia opprimente.

Sara Pedri. la sorella Emanuela pensa al peggio

Sara Pedri la sorella Emanuela pensa al peggio. E’ convinta, infatti, che la sorella possa aver compiuto un gesto estremo: “Penso che Sara si sia tolta la vita , vedendola nelle condizioni in cui era tornata non puoi non soffermarti a pensare”. Anche la madre ha perso ogni speranza: “ Nessuno mi ridarà mia figlia, ma se il suo sacrificio può essere utile a qualcun altro ben venga”. Sembra ormai giunta la rassegnazione, ogni illusione di lieto fine sembra scomparsa, definitivamente.

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