La qualità della vita per anziani, giovani e bambini nei diversi territori

E’ la provincia a trionfare nelle classifiche della qualità della vita per anziani, bambini e giovani. Male le grandi aree metropolitane

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In attesa di quella del benessere, che per consuetudine viene stilata alla fine dell’anno corrente, tre nuove classifiche generazionali, ciascuna basata su 12 parametri, redatte da “Ilsole24Ore”, valutano la vivibilità dei diversi territori per i bambini, i giovani e gli anziani. Per ogni parametro, che evidenzia uno specifico aspetta che influenza la qualità della loro vita, è stato assegnato a ciascuna provincia un punteggio da 0-1000, con la classifica finale che è il risultato della media dei punteggi conseguiti.

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I tre nuovi indici certificano così la capacità delle istituzioni di erogare servizi efficienti, le relative condizioni di vita, le criticità nei confronti dei soggetti più fragili e le aspettative dei più giovani. Ne emerge uno spaccato del nostro Paese che evidenzia come, da nord a sud, i divari territoriali siano purtroppo anche generazionali.

La qualità della vita per anziani, giovani e bambini: male le aree metropolitane

Sebbene i territori del Mezzogiorno siano la maglia nera nelle tre graduatorie, nel confronto tra i singoli primati emergono interessanti curiosità: Cagliari, ad esempio, che primeggia per numero di pediatri attivi oltre a offrire uno dei migliori rapporti tra retta dell’asilo nido e reddito medio dichiarato, garantendo inoltre il posto al 27% dei bambini da 0 a 3 anni, scende però al 71° posto (sul totale delle 107 province) per qualità della vita dei giovani e al 25° per quella degli anziani. In controtendenza Trento e Ravenna che, invece, sono intergenerazionali: conquistano la vetta nella classifica rispettivamente per i giovani e per gli anziani e si collocano nella top ten nelle altre due graduatorie.

Ad eccezione di Bologna, che guadagna l’ottavo posto per la qualità della vita dei giovani e il quinto per quella degli anziani, nelle tre top ten brillano per la loro assenza le grandi aree metropolitane: Milano e Roma figurano solo nella top ten dedicata agli over 65, trascinate dagli importi medi delle pensioni, mentre per i bambini si piazzano rispettivamente 42a e 18a, penalizzate dal ridotto spazio abitativo (a Milano 50 mq in media per famiglia), e precipitano al 76° e 106° posto per i giovani anche a causa degli affitti troppo elevati. Non è una città per i giovani neanche Napoli (103a) dove a pesare sono anche le performance negative nel tasso di disoccupazione giovanile e nel numero di laureati.

Infine, a ulteriore conferma della scarsa inclinazione dei giovani ad allargare la famiglia, il quoziente di nunzialità nel 2020 è crollato a causa delle restrizioni anti-Covid: l’età media della madre primipara è risultata ovunque superiore ai 30 anni.

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