Harriet Dixon: morire a quindici anni dopo un’emicrania. L’autopsia sul corpo della giovane chiarirà le cause dell’improvviso decesso
Un posto vuoto a tavola. L’effetto devastante di una perdita improvvisa e di un dolore inconsolabile diventa evidente dalle piccole cose quotidiane. Da quei momenti di intimità familiare che non si apprezzano mai abbastanza, fino a quando un evento drammatico non ne interrompe drasticamente la serenità. E’ questo il primo pensiero che viene in mente ai genitori di Harriet, morta improvvisamente dopo aver accusato un’emicrania.
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Harriet si trovava nella sua casa di Bury, Greater Manchester, uno svenimento, una corsa disperata al North Manchester General Hospital, un ricovero preludio della tragedia. I medici non hanno potuto fare nulla per salvare la giovane vita di Harriet. I medici hanno constatato che la giovane era risultata positiva al Coronavirus, adesso fondamentale diventerà l’esito dell’autopsia per comprendere le effettive cause della morte.
Sono ovviamente, comprensibilmente devastati i genitori della giovane. hanno perduto, improvvisamente e per cause ancora da chiarire, la loro figlia minore. Infatti Harriet aveva due fratelli maggiori, Anna, di 21 anni e Max, di 19 anni, anche loro distrutti dalla perdita dell’amata sorellina. Il dolore dei genitori è acuito dalla mancanza di conoscenza della causa precisa che ha portato all’improvviso decesso della loro figlia minore.
In questo senso vanno interpretate le parole del papà di Harriet quando dice che quando crolla un palazzo ed alcune persone non si trovano, la causa è nota; così come quando si verifica un grave incidente automobilistico, una causa precisa c’è sempre. La sua domanda e quelle dell’intera famiglia è: perché? Anche loro, ai primi sintomi di malessere di Harriet hanno pensato al coronavirus, ma i tamponi per entrambi i genitori hanno dato esito negativo. Anche Harriet aveva fatto l’esame del tampone ed anche per lei l’esito era stato negativo.
Ai familiari di Harriet, in questo momento così difficile, non rimane altro che aggrapparsi ai ricordi della loro figlia. Amava i bambini, era felicissima quando poteva condividere qualunque esperienza insieme a loro. Amava giocare con loro e il suo desiderio più grande era di diventare una maestra elementare. Ricordare Harriet ricordandola insieme ai suoi amici, alla sua famiglia. Il ricordo come ancora di salvezza per tentare di anestetizzare un dolore lancinante e continuo.
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Ricordare per sentire un pò di meno quel vuoto incolmabile, nei loro cuori, nella loro mente. Un posto vuoto a tavola, un posto vuoto nella vita di un’intera famiglia che non può e non vuole credere che Harriet non sia più con loro. Mai più. “Eravamo una famiglia di cinque persone, ora siamo una famiglia di quattro persone e c’è un posto vuoto al tavolo”.
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