Sara Pedri, arriva la conferma delle dimissioni: le novità

Sara Pedri, confermate le dimissioni del direttore dell’Azienda Provinciale di Trento: terminate le ispezioni del Ministero

Screen

Pier Paolo Benetollo, il direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento, con una lettera ha confermato la decisione di dimettersi dal ruolo che ricopriva. I motivi delle sono la riconferma del primario Saverio Tateo del reparto dove lavorava Sara Pedri, la ginecologa di 31 anni scomparsa il 4 marzo, avvenuta lo scorso 7 giugno.

La giunta della Provincia Autonoma non era stata informata di questa riconferma mentre era in corso l’indagine interna all’ospedale Santa Chiara. I motivi dell’allontanamento della Pedri sarebbero infatti tutti riconducibili a quanto succedeva in reparto con la ragazza vittima di pressioni e umiliazioni. A casa della scomparsa sono anche stati trovati documenti che testimonierebbero il clima ostile.

Nella conferenza stampa di ieri il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, aveva detto che al momento Benetollo avrebbe mantenuto l’incarico ma in una lettera l’ormai ex direttore ha spiegato che non c’è la serenità d’animo per svolgere questo lavoro.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Sara Pedri, le ricerche del corpo nel lago di Santa Giustina

Sara Pedri scomparsa da oltre quattro mesi

Sara Pedri
Sara Pedri (foto Facebook)

L’auto di Sara Pedri è stata trovato vicino al posto Mostizzolo del torrente Noce, tristemente noto perché teatro di vari vari suicidi. A denunciare la scomparsa è stata la famiglia che per prima ha fatto accendere i riflettori sull’ospedale e sulla situazione pesantissima al suo interno.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Ciaccio Montalto, la storia del magistrato ucciso da Cosa Nostra

A testimonianza del clima ci sono anche delle colleghe della ginecologa che hanno chiesto di essere ascoltate dalla commissione interna voluto dall’Azienda Sanitaria volta a fare luce su alcuni fatti. Negli ultimi giorni cinque ginecologhe hanno scritto all’Azienda sanitaria trentina, all’Ordine dei medici e all’assessora provinciale alla Salute, Segnana, per stigmatizzare “l’incompatibilità ambientale” del primario con il reparto. In settimana c’è stata anche l’ispezione voluto dal Ministero della Salute.

Impostazioni privacy