Gina Krasley: prima di morire aveva fatto causa a Vite al Limite

Il dramma di Gina Krasley: la giovane donna prima di morire aveva fatto causa a Vite al Limite, ecco le sue accuse.

Continua a far discutere il caso di Gina Krasley: la trentenne, che è stata protagonista del ciclo 2020 di Vite al Limite, il reality che in Italia va in onda su Real Time, è morta l’1 agosto. In queste ore, emergono dettagli sia sulla sua partecipazione allo show, ma anche su quanto è accaduto dopo. La donna avrebbe citato in giudizio la serie sostenendo che avrebbe contribuito a suoi problemi di salute mentale mentre lottava per perdere peso.

LEGGI ANCHE –> Vite al Limite: Gina Krasley, morta a 30 anni la star del reality

La giovane donna era infatti una delle dieci star o famiglie di protagonisti del reality show Vite al Limite che sono apparse nello show e che sono state coinvolte in una causa intentata contro la società di produzione. Tutto è iniziato con la famiglia di LB Bonner, che ha accusato lo spettacolo di “grave negligenza” che ha contribuito al suicidio del membro del cast.

LEGGI ANCHE –> Non solo Kelly Mason: tutti i protagonisti di Vite al limite morti dopo il reality

Chi sono le star di Vite al Limite che accusano il programma insieme a Gina Krasley

(screenshot video)

Alla denuncia iniziale contro la società di produzione Megalomedia, altri nove concorrenti hanno firmato. Oltre alla Krasley, morta nei giorni scorsi, c’è anche ad esempio David Bolton, che ha partecipato alla sesta stagione del reality show e che sembrava avesse ottenuto i giusti riscontri. Poi ancora, secondo il sito Starcasm, ci sarebbero Jeanne Covey, Dottie Perkins e Destinee Lashaee. Qualche tempo fa, grazie all’avvocato Tony Buzbee, tutte le cause sono state legate in un’unica sola. Alcuni mesi fa, un giudice ha acconsentito e i casi precedentemente separati hanno ora accusato Megalomedia di “inflizione intenzionale di disagio emotivo e negligenza” secondo il NY Post.

Per quanto concerne le accuse specifiche portate avanti da Gina Krasley, ha affermato che la produzione le richiedeva di seguire una dieta “estrema” per perdere peso e anche di “mangiare quantità eccessive di cibo” per seguire una trama. Ha anche detto che non c’era un’ampia valutazione psicologica o un aiuto per la salute mentale. Peraltro, lei è la vittima numero 10 tra i concorrenti che hanno partecipato al reality show, proprio a testimoniare che non è tutto lineare come viene fatto credere. La prima udienza – subito rinviata – della causa si è tenuta il 20 luglio, la 30enne ex concorrente del reality è morta il primo agosto.

Impostazioni privacy