Techetechete, fan infuriati: “Perché mandare in onda repliche?”

Techetechete ha un grande successo ma non mancano critici e commenti negativi sugli account ufficiali del programma

Techetechete

Techetechete è il programma che ormai da anni accompagna i telespettatori verso la prima serata di RaiUno ma montano anche delle polemiche. Sul canali ufficiali della trasmissione non è raro leggere l’esasperazione degli affezionati che seguono sempre la messa in onda ma ormai sono stanchi di rivedere sempre le stesse cose.

Basta andare sulla pagina Facebook e leggere i commenti. Molti si chiedono perché vengono trasmesse sempre le repliche degli anni passati. Techetechete ha riscosso successo perché alle generazioni più vecchie ha fatto rivivere pezzi di storia della tv ormai passati e allo stesso momento li ha fatti conoscere ai più giovani.

Qualcuno, però, comincia a stancarsi. “Un Techetetete in replica è l’assurdo degli assurdi”, scrive qualcuno. “Ma perché in agosto mandano in onda le repliche di teche degli anni passati!!”, si chiede qualcuno altro mentre c’è anche chi commenta chiedendo chiaramente in caratteri maiuscoli di non mandare in onda le repliche. C’è però allo stesso chi sostiene che la puntata di questa sera non è una replica. 

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Techetechete, la puntata di questa sera

Screen Facebook

Questa sera il sottotitolo della puntata è “Se telefonando…” avendo al centro sketch e filmati che hanno come protagonista il telefono. La trasmissione è risultata negli anni uno di maggiore successo vista la fascia oraria e il numero di telespettatori collegati, considerando soprattutto che è un programma ‘a costo zero‘.

La Rai ha infatti un immenso archivio e basta assembrare delle immagini inerenti a un tema o a un personaggio dedicato ed è fatta, senza conduttori o studi televisivi.

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In onda dal 2012, è il ‘successore’ di altre trasmissione come Supervarietà e Da Da Da. Il nome è stato ideato da Pasquale Panella, ex paroliere di Lucio Battisti. Un’idea semplice e fruttuosa ma che ora a quanto pare ha bisogno di rinnovarsi perché una parte del pubblico è stanco di rivedere sempre le stesse immagini.

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