Fedez e J-Ax vittime di una fake news, ma il pm chiede l’archiviazione

Secondo una fake news del 2017 Fedez e J-Ax erano stati arrestati dopo essere stati trovati in possesso di droga: dopo la querela per diffamazione all’autore della bufala, l’inchiesta potrebbe essere adesso archiviata. Ecco perché.

Sono ormai passati quattro anni da quando Fedez e J-Ax sono stati protagonisti a loro malgrado di una vera e propria fake news diffusa da un sito. Secondo la bufala, che in poco tempo aveva fatto il giro del web, i due rapper erano stati arrestati con 28 grammi di cocaina nella macchina dopo essere stati fermati dai carabinieri a Milano.

fedez e j-ax, la bufala della cocaina in auto
Vincenzo Lombardo/Getty Images

L’autore della notizia, inventata di sana pianta, era poi stato querelato per diffamazione dai cantanti, che erano stati costretti a fare anche una smentita ufficiale. Il caso è tornato in primo piano nelle ultime ore perché adesso l’uomo, un umbro di 38 anni, potrebbe non subire alcuna conseguenza. Come scrive il Corriere della Sera infatti la Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta.

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Fedez e J-Ax diffamati da una fake news, perché viene chiesta l’archiviazione

La richiesta del pm in merito all’inchiesta per diffamazione presentata dai due rapper milanesi sarebbe giustificata dall’articolo 51 del codice penale, il quale impedisce di punire chi esercita un diritto. Secondo la Procura milanese il reato è “oggettivamente configurabile”, tuttavia il comportamento del 38enne indagato non sarebbe punibile penalmente in quanto “si colloca nel contesto della disinformazione che spesso caratterizza l’ambito delle notizie dedicate al gossip”.

L’uomo inoltre sarebbe già noto per essere autore di numerose fake news e per questo motivo non avrebbe alcuna credibilità. Queste in linea generale le motivazioni della richiesta di archiviazione, a cui Fedez e J-Ax tuttavia si oppongono. Secondo gli avvocati del marito di Chiara Ferragni la fake news diffusa è stata confezionata in modo “del tutto verosimile” e ha generato gravi danni, considerando il numero elevato di coloro che l’hanno ritenuta reale.

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“La pubblicazione di notizie false e denigratorie non è mai legittima”, hanno sottolineato i legali, aggiungendo che non può esistere un “diritto alla disinformazione che riguarderebbe tutte le notizie sui cosiddetti vip”. Adesso spetterà al magistrato decidere se procedere con l’archiviazione dell’inchiesta. In ogni caso ciò che ha fatto l’autore della bufala, come viene sottolineato sul Corriere della Sera, potrebbe “giustificare il diritto al risarcimento del danno con un’azione in sede civile”.

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