Pillola anti covid: Pfizer ha rinunciato alla licenza esclusiva

Pfizer ha ceduto la licenza per la pillola anti Covid, pillola che, spiega l’azienda statunitense, avrebbe la capacità di ridurrebbe, nei casi moderati, il rischio di ricovero e morte di quasi il 90%.

(Photo by Chip Somodevilla/Getty Images)

Pfizer conferma il via libera e una produzione estesa per la pillola antivirale anti covid. Questo permetterà non solo di accelerare sulla produzione, ma consentirà, come da nuovo accordo, di permettere ai paesi in via di sviluppo ad accedere all’importazione della pillola.

Così facendo Pfizer, ha dichiarato di rinunciare alle royalites, cedendo così i diritti esclusivi sulla produzione. L’azienda farmaceutica statunitense ha firmato l’accordo con Medicines Patent Pool, organizzazione partner dell’Onu. Come spiega Rai News. La cessione della licenza permetterà anche ad altre aziende di produrre la pillola antivirale contro il Covid.

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La scelta di Pfizer consentirà l’accesso a milioni di persone alla cura sperimentale contro la malattia da Covid-19, raggiungendo numeri di straordinaria importanza. L’accordo con Medicines Patent Pool, permetterà la produzione in 95 paesi, anche da parte di aziende produttrici di farmaci generici.

La produzione potrebbe garantire l’accesso al farmaco per al 53% della popolazione mondiale. La nota dolente riguarda l’esclusione dall’accordo del Brasile e di altri Paesi. Come spiega Rai News l’accordo di Pfizer prevede che l’azienda non percepisca royalties sulle vendite nei Paesi a basso reddito, ma rinuncerà invece a quelle dei Paesi che si trovano secondo l’accordo ancora in emergenza sanitaria.

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La pillola antivirale prodotta da Pfizer, ridurrebbe il rischio di ricovero e di morte di quasi il 90%, nei casi lievi e moderati. Adesso Pfizer punta a ricevere l’autorizzazione dai principali regolatori, per arrivare ad una diffusione più massiccia.

Il farmaco è già stato testato in una sperimentazione in Russia pochi giorni fa, su un gruppo di 90 persone con sintomi dati dal virus. La sperimentazione perdurerà nel Paese fino al 2023. Intanto l’Europa è alle prese con una nuova ondata, situazione che ha spinto diversi paesi a inasprire le misure per il contenimento del virus.

 

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