Tinder sotto accusa | Scoppia il caso: privacy a rischio per gli utenti

Le App per incontri, come Tinder, possono impattare negativamente sulla privacy degli utenti: attenzione al loro utilizzo.

La progressiva digitalizzazione del mondo moderno ha apportato importanti modifiche strutturali alle connessioni sociali in tutto il mondo.

Tinder ck12.it
Tinder (fonte pexels)

Non è cambiato quindi solo il modo di comunicare su lavoro, o con le istituzioni: l’avvento dei social network ha ridotto le distanze tra gli utenti, permettendo a chiunque sia dotato di una rete internet di allacciare relazioni anche con sconosciuti.

Anche le App per incontri hanno goduto di una popolarità sempre maggiore: la veloce fruizione dei rapporti, e la possibilità di estendere la propria scelta di partner, d’altronde, rappresenta un’attrattiva allettante. La più famosa tra esse è certamente Tinder, lanciata sul mercato delle App per mobile nel 2012 dalla società IAC/InterActivCorp.

Sebbene Tinder nasca per scopi ludici, e ovviamente romantici, tra gli utenti in rete possono scattare alcune dinamiche malsane. Tali eventualità possono arrivare a minare la reputazione personale dei fruitori, e favorire inoltre fenomeni di discriminazione e bodyshaming.

Tinder nel mirino: ecco i possibili rischi del suo utilizzo

Al di là del rischio intrinseco che comporta la conoscenza di completi sconosciuti, Tinder può essere utilizzata in modo improprio dagli utenti.

Tinder ck12.it
Tinder (fonte pexels)

La dinamica è piuttosto basilare. Impostando la propria posizione, è possibile visualizzare una lista di iscritti al servizio nei paraggi, contattare le persone di interesse, ed organizzare veri e propri incontri al buio.

Con il tempo, i fruitori del servizio hanno pianificato alcune strategie, volte apparentemente a tutelare gli altri componenti del network. È infatti possibile, su alcuni forum e spazi web dedicati, lasciare le recensioni dei precedenti partner a favore di quelli a venire. Nel migliore dei casi, l’appuntamento può essere descritto in toni sobri e asciutti, e prestare un servizio di pubblica utilità.

Ad esempio, se una frequentazione si rivela rassicurante e piacevole, un utente può valutarla positivamente, alzando l’indice di gradimento del soggetto. Tali recensioni possono dunque scongiurare il rischio di molestie, che possono talvolta sfociare in vere e proprie violenze. In altri casi, però, possono scattare dinamiche vendicative, oppure orientate a demolire l’aspetto fisico e le prestazioni sessuali dei precedenti partner, svilendoli pubblicamente in rete.

Secondo l’esperta di relazioni  Julie Spina: “La parte più preziosa degli appuntamenti online è che ci sono strumenti digitali per aiutarti a trovare informazioni sul tuo ‘date’“. Il rischio, però, è quello di scadere in velenosi commenti gratuiti, che possono infiammare l’odio in rete nei confronti di un utente bersaglio. Come sempre, anche sul web l’educazione, l’etica e il rispetto per il prossimo restano in prima linea per una pacifica convivenza. Nessun strumento tecnologico è, di base, benefico o deleterio: occorre solamente buon senso e obiettività, come sempre nelle relazioni con il prossimo.

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