Andrea Ghira, il mostro del Circeo impunito: appello alla Corte Europea

I familiari delle vittime di Andrea Ghira, latitante dal 1975, si appellano alla Corte Europa: “L’Italia non l’ha mai cercato”

Donatella Colasanti
Donatella Colasanti (screen Youtube canale Accasfilm)

Il massacro del Circeo, quell’orribile vicenda di cronaca nera del settembre 1975, non fa ancora parlare di sé solo per la brutalità dei delitti commessi ma anche per quell’evidente senso di impunità che avvolge la drammatica vicenda.

Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira furono i tre che la notte tra il 29 e 30 settembre del ’75 sequestrarono e torturarono due amiche, Angela Lopez e Donatella Colasanti. Tra tentativi di evasione dal carcere – riusciti e non – e sconti di pena, Guido e Izzo sono stati assicurati alla giustizia anche se a detta di molti hanno pagato poco vista la gravità dei fatti. Andrea Ghira, invece, non ha mai messo piede in carcere.

La famiglia della Lopez, che quella notte morì, e della Colasanti – che sfuggì fingendosi morta, deceduta a causa di un tumore nel 2005 – si sono ora appellati alla Corte Europea.

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Massacro del Circeo, Andrea Ghira mai assicurato alla giustizia

Roberto, il fratello di Donatella Colasanti e Letizia Lopez, la sorella di Rosaria, assistiti dall’avvocato Stefano Chiriatti, si sono rivolti alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. “L’Italia non ha cercato Andrea Ghira“, sostengono.

Nel 2016 durante un’intercettazione in un’inchiesta che nulla aveva a che fare con il Circeo, emerse che a Melilla, enclave spagnola in Marocco, Andrea Ghira era sepolto sotto falso nome. L’esame del Dna confermò che quel corpo era del mostro del Circeo ma questa analisi è stata contestata dalla stessa Donatella Colasanti, la donna sopravvissuta al massacro.

Fino quando era in vita ha sempre sostenuto che quel corpo sepolto fosse di un parente di Ghira e che l’uomo era a Roma a piede libero. Che fosse suo o no quel corpo, resta certamente l’ombra di come abbia fatto a scampare alla giustizia per tanti anni.

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