Emanuele Blandamura, il pugile abbandonato dai genitori

Un’incredibile storia di riscatto quella di Emanuele Blandamura, il pugile abbandonato dai genitori: gli esordi e il successo nella boxe.

(KAZUHIRO NOGI/AFP via Getty Images)

Classe 1979, Emanuele Blandamura, ex Campione Internazionale WBC Silver e Campione europeo dei pesi medi, pugile con la passione per la scrittura, ha una storia terribile da raccontare: ha solo dieci mesi quando viene abbandonato dai genitori. Cresce con i nonni, si avvicina a un mondo turbolento, prova diversi tipi di droga e arriva a tentare il suicidio. Una storia di riscatto la sua, grazie anche al supporto del nonno Felice, maresciallo dei carabinieri in pensione.

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Chi è Emanuele Blandamura: dall’abbandono dei genitori al riscatto

Si appassiona così alla boxe che diventa la sua vita: tra i dilettanti, disputa 44 incontri ed è vicecampione d’Italia, quindi è passato al professionismo nel 2007. Il suo primo importante successo lo ottiene nel 2011, con la vittoria ai punti contro Manuel Ernesti in un match valido per il titolo del Mediterraneo dei Pesi medi. L’anno dopo, il 16 giugno del 2012 a Fregene, conquista il titolo internazionale WBC Silver battendo per Kot al 10º round il pugile livornese Luca Tassi.

Si tratta del primo di una serie di importanti incontri che lo lanciano anche a livello internazionale. A gennaio 2014, vince a Stoccarda contro l’austriaco Marcos Nader, diventando così il nuovo campione dell’Unione Europea dei pesi medi. Arrivano una serie di sconfitte, ma Emanuele Blandamura non si arrende e a Dicembre 2016 riesce finalmente a conquistare il titolo europeo, ancora vacante, battendo Matteo Signani. Ad aprile 2018, vuole salire sul tetto del mondo, ma viene sconfitto dal campione olimpico e mondiale Ryota Murata. All’attività pugilistica, si intreccia quella di scrittore: insieme al giornalista del Corriere Dello Sport, Dario Torromeo, pubblica la sua biografia dal titolo Che Lotta è la Vita, edito dalla casa editrice Absolutely Free.

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