La misteriosa morte di Natalie Wood: dopo 40 anni è ancora un giallo

Ancora oggi le circostanze legate alla morte di Natalie Wood, attrice statunitense annegata nel 1981, restano un mistero: nonostante diverse riaperture del caso, la verità non è mai venuta a galla.

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Hulton Archive/Getty Images

Alle 8 del mattino del 29 novembre 1981 veniva recuperato in mare, al largo dell’Isola di Santa Catalina, nell’Oceano Pacifico, il corpo senza vita di Natalie Wood, celebre attrice statunitense degli anni Sessanta. La donna si trovava lì nella sua imbarcazione di lusso insieme al marito Robert Wagner, all’attore Christopher Walken e al comandante del panfilo Dennis Davern.

Secondo la ricostruzione, l’attrice durante la notte fu svegliata dal rumore di un gommone che, fissato male, sbatteva contro l’imbarcazione, e nel tentativo di legarlo precipitò in mare annegando. Natalie Wood, che aveva 43 anni, fu ritrovata con addosso un giaccone, il pigiama e le calze. Le circostanze legate alla sua morte non sono tuttavia mai state confermate e ancora oggi, dopo 40 anni e diverse riaperture delle indagini, restano un mistero.

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Il giallo della morte di Natalie Wood: la versione alternativa

A mettere in dubbio la ricostruzione dei fatti è sempre stata la sorella della vittima, Lana Wood. Secondo la sua versione, Natalie fu spinta in acqua dal marito in seguito a un’accesa lite avvenuta quella notte. Inoltre a detta della sorella, l’attrice, che non era in grado di nuotare ed era terrorizzata dall’acqua, non sarebbe mai uscita dalla cabina in piena notte e con il mare mosso per provare a fissare meglio il gommone al panfilo, considerando anche che avrebbe dovuto percorrere una rampa bagnata e particolarmente scivolosa.

Ad alimentare ulteriormente il mistero della sua morte fu la testimonianza di una donna presente in uno yacht vicino a quello dell’attrice, secondo la quale quella notte sentì chiaramente una voce femminile chiedere più volte aiuto, fino a quando un’altra voce maschile le disse di non preoccuparsi. Il racconto della donna tuttavia non fu preso in considerazione per l’impossibilità di provare che la voce in questione fosse di Natalie Wood.

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Le riaperture del caso

La causa ufficiale della morte dell’attrice rimase per anni quella dell’annegamento accidentale e dell’ipotermia. Nel 2011 il caso fu poi riaperto, ma solo per pochi mesi. Il capitano del panfilo, Dannis Darven, accusò il marito della vittima, Robert Wagner, di essere il colpevole della sua morte. Secondo la sua confessione tardiva, quella notte ci fu un forte litigio e quando la donna sparì, ma Wagner non volle avviare le dovute ricerche, non avvisando nemmeno la capitaneria di porto. In base alle ipotesi, a far scaturire la lite sarebbe stata una presunta relazione dell’attrice con Christopher Walken, con cui stava girando un film. Il caso fu tuttavia chiuso per mancanza di prove.

Due anni dopo, nel 2013, Lana Wood riuscì a far riaprire le indagini grazie a una nuova autopsia effettuata sul corpo di Natalie, che rivelò la presenza di alcuni lividi su braccia, gambe e collo, ritenuti dalla donna la prova di una possibile colluttazione. Il medico legale non fu però dello stesso avviso: secondo il suo parere l’esame condotto non era in grado di escludere che a provocare le lesioni fossero state cause non accidentali. Per questo motivo le contusioni potevano derivare anche dal tentativo dell’attrice di risalire nella sua imbarcazione. Robert Wagner ha sempre negato qualsiasi tipo di coinvolgimento: essendo la questione ancora irrisolta, le cause del decesso risultano indeterminate.

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