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Curiosità

Endometriosi, che cos’è? Marzo è il mese della consapevolezza

Published by
Antonio Rotunno

L’endometriosi è una malattia cronica che colpisce 1 donna su 3 nel Paese, si tratta di una patologia infiammatoria cronica, il cui sintomo sono dei dolori pelvici. Marzo è il mese simbolo della consapevolezza sull’endometriosi.

Endometriosi, Marzo è il mese dedicato alla prevenzione di questa malattia femminile (Getty Images)

L’endometriosi è una malattia infiammatoria, il cui sintomo principale è un costante dolore pelvico. Soltanto il 60% dei casi manifesta questo dolore.

Il tutto avviene durante le mestruazioni, in altri casi potrebbe trattarsi di dismenorrea, oppure se questo dolore pelvico lo si percepisce durante l’ovulazione o i rapporti sessuali potrebbe trattarsi di dispareunia.

Questa è una malattia infiammatoria prettamente femminile, e viene determinata da un accumulo di cellule endometriali fuori dall’utero, l’anomalia determinerà l’infiammazione cronica per l’utero. Questo si manifesterà con forti dolori intestinali e pelvici.

Endometriosi, i sintomi da individuare a primo impatto

Quando si soffre di endometriosi, l’infertilità e il dolore pelvico sono due dei sintomi più frequenti, tra il 20 e il 25% delle donne colpite è possibile che questi sintomi non si manifestino.

Un terzo delle donne che hanno problemi a rimanere incinta, sono colpite da endometriosi, a loro volta, le donne colpite da endometriosi nel 40% dei casi sono infertili.

Il dolore pelvico è frequente nel 60% dei casi, varia da lieve a molto grave, facendo accusare dei crampi e dolori localizzati su entrambi i lati del bacino, soprattutto nella zona lombare e rettale, alcune volte arrivano anche sino alle gambe.

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Ancora non c’è una correlazione tra dolore e stato di gravità dell’endometriosi, i sintomi sono sempre gli stessi e non definiscono l’entità della malattia in base al dolore percepito.

I sintomi sono influenzati dalla zona e soprattutto dalla profondità colpita dall’endometriosi, lo stato della malattia è possibile scoprirlo tramite un esame approfondito ed accurato.

I dolori più intensi si avranno nel momento delle mestruazioni, i quali si manifesteranno qualche settimana prima del ciclo, e durando anche qualche settimana dopo le mestruazioni.

Le donne colpite da endometriosi lamentano il dolore come molto più forte e grave del solito, in alcuni casi questo provoca un forte stress emotivo, sino a debilitare totalmente le donne.

I  sintomi meno comuni analizzati nel dettaglio

Il dolore pelvico può essere accompagnato anche da dismenorrea secondaria, dispareunia, disuria (urgenza ad urinare più volte al giorno, in alcuni casi provoca dei dolori alla vescica), e dolore durante lo svolgimento dell’attività fisica.

Altri sintomi non del tutto frequenti possono essere il senso di stitichezza o diarrea, affaticamento cronico, nausea o vomito, cefalea, irregolarità nel ciclo, menorragia (ovvero una mestruazione abbondante), metrorragia (perdite di sangue al di fuori del ciclo mestruale) e ipoglicemia.

In altri casi l’endometriosi andrà ad intaccare anche l’intestino e la vescica, colpendo i legamenti utero-sacrali, il retto vaginale e le tube. Questo provocherà dei sintomi come infiammazione, cistite e incontinenza, che se non curate per tempo provocheranno delle infezioni batteriche.

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Diagnosi e come affrontare una terapia

Ci sono diversi modi per dare una diagnosi dell’endometriosi, alcune risultano invasive, mentre altre no. Gli esami ginecologici e rettali sono il punto di partenza per riuscire a capire lo stato dell’infiammazione.

Gli esami del sangue identificheranno se ci sono dei biomarcatori specifici che possono ostacolare alcune terapie.

Subito dopo è prevista una risonanza magnetica, la quale può dare risultati per quanto riguarda l’individuazione di lesioni più profonde, in concomitanza con l’ecografia, è possibile capire lo stato della malattia e capire se ci sono delle aderenze sull’utero.

Una delle terapie più efficaci conosciute sino ad oggi è l’asportazione dell’endometrio tramite un intervento chirurgico in laparoscopia, senza intaccare l’utero della donna.

Una soluzione meno invasiva e alternativa è quella di utilizzare delle terapie tramite dei progestinici, i quali purtroppo hanno sempre degli effetti collaterali indesiderati, soprattutto se vengono assunti per un lungo periodo.

Tramite un video in laparoscopia, è possibile effettuare un’indagine approfondita, questo intervento viene fatto in anestesia generale. L’esame in laparoscopia è importante soprattutto per determinare lo stato della malattia, per poi asportarla senza che abbia aderenze sull’utero.

In questo modo verrà ripristinato il normale funzionamento dell’utero, e come operazione finale è possibile effettuare un esame istologico o biopsia per definire nel dettaglio l’intera diagnosi.

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