Vera Vergani, chi era l’attrice amata da Gramsci e D’Annunzio

Vera Vergani venne definita, bellissima, fresca, animalesca e una creatura piena di gioia. Era una donna elegante ed innovatrice, ha vissuto i suoi 94 anni a Procida, la città dove si trasferì per amore.

Vera Vergani, chi è la diva che decise di essere un'antidiva (Wikipedia)
Vera Vergani, chi è la diva che decise di essere un’antidiva (Wikipedia)

Nel 1930 troncherà la sua carriera per sposare il capitano di Marina Leonardo Pescarolo, l’attrice era Meridionale d’adozione, morì sull’isola di Arturo nel 1989.

L’attrice nasce a Milano il 5 Febbraio del 1895, era la sorella maggiore del giornalista Orio Vergani, il quale scrisse per il Corriere della Sera. Discendente dalla famiglia Podrecca, la sua era una famiglia di drammaturghi e fondatori di diversi giornali.

Il temperamento dell’attrice era proprio quello dell’antidiva, infatti la donna si stancò presto dei ruoli da “femme fatale” per cominciare una ricerca di personaggi che aderissero al suo carattere.

Gramsci scrisse su di lei: “Vive, ama e soffre la fugace esistenza di cui le è affidata la creazione”. Hanno definito l’attrice anche come una persona vera, ragionevole e pensiesosa, infatti è stata la prima donna a togliersi di dosso il ruolo della femme fatale.

Riconoscendo in sé il fascino delle creature semplici, infatti l’attrice decise di interpretare la semplice e tragica Assunta Spina.

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Vera Vergani, l’attrice che decise di non essere la solita femme fatale

Verso la fine del 1927, proprio durante una tournèè a Napoli, l’attrice e Dario Niccodemi si organizzarono per incontrare il poeta, tramite una colazione che poi si trasformò in una lettura di alcune scene previste nel dramma.

La donna fu colpita dalla grande linea del lavoro, e dalla chiarezza con la quale tutti i personaggi riuscivano a balzare immediatamente come se fossero delle antiche conoscenze.

L’attrice non si aspettava che il poeta Giacomo le proponesse il ruolo di Assunta Spina in italiano, all’inizio ebbe qualche perplessità, ma poi l’attrice si arrese alla scelta del poeta.

Dichiarò anche di essere preoccupata di non riuscire a rendere il significato e la forza di certe battute in dialetto, le parole le sfuggivano e le sembrava di non trovare più il modo di esprimerle.

Ma nonostante tutto il poeta era contento di aver trovato un’attrice come lei proprio perché aveva bisogno di una persona che lo spronasse a dare del suo meglio.

Giacomo fece in modo tale di esser presente a tutte le prove, riuscì a curare minuziosamente tutte le scene per poi plasmare come voleva l’attrice rendendola la sua Assunta.

L’opera ebbe il suo debutto al Manzoni di Milano il 17 Febbraio del 1928, il poeta Di Giacomo non era presente, tutto il teatro era pieno, l’attrice riuscì a trascinare il pubblico nella disgrazia di Assunta, la quale commosse tutti i presenti.

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Dopo aver conosciuto Pescarolo, l’attrice si ritirò dalle scene

Il giorno dopo la sua esibizione, il giornalista Renato Simoni scriverà sul Corriere della Sera che Assunta Spina è rimasta napoletana, non solo nello spirito, ma anche nel linguaggio.

La spontaneità dell’attrice nel recitare le battute con dialetti, fu paragonata a quella delle stesse compagnie teatrali locali, infatti venne ammirata la sua finezza e la sua precisione nell’eseguire il ruolo con una bellezza di movimenti meravigliosa.

Dopo una tourneè l’attrice conosce sul transatlantico il comandante di Procida, Leonardo Pescarolo. I due si perderanno di vista, ma nell’altra tourneè, esattamente su una nave differente i due si reincontreranno.

A quanto pare il destino si è messo dalla loro parte, proprio perché la donna si dichiarò a Pescarolo con testuali parole: “Pescarolo, io credo di non poter più vivere senza di lei!”.

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Il 15 Marzo dello stesso anno, l’attrice sposò Leonardo Pescarolo con un vestito satin nero, il frutto del loro amore saranno una figlia, che poi diventerà la moglie del regista Giuliano Montaldo, e Leo il quale diventerà un produttore cinematografico, scomparso nel 2006.

La coppia si trasferì a Procida, in questo modo la “signora Pescarolo” non parlò mai dell’attrice Vera Vergani. Durante gli anni ’80 la donna dichiarò che durante la sua ultima scena il pubblico cominciò ad agitare i fazzoletti, proprio perché la sua vita d’attrice terminò in quel momento.

L’attrice antidiva è stata interprete di 160 commedie, la sua esperienza fu senza precedenti, infatti fu felice di lasciare il teatro, proprio perché non si è mai pentita di nulla, per poi scegliere una vita normale.

Sua nipote Elisabetta Montaldo, ha dedicato a sua nonna il romanzo scritto da lei Posidonia.

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