La BBC ha riportato la testimonianza di due giornalisti in Afghanistan: i quali hanno raccontato di aver subito la violenza dei talebani, riportando diverse ferite sul corpo ma anche sul volto. I talebani li avrebbero frustrati e tenuti in stato di fermo, fino al rilascio. Alcune foto mostrano i segni del presunto pestaggio sui corpi dei giornalisti del quotidiano Etilaatroz.
Il fotoreporter Taqi Daryabi e Nematullah Naqdi , giornalisti di Etilaatroz, hanno raccontato al corrispondente della BBC in Afghanistan, Secunder Kermani, di essere stati posti in stato di fermo e picchiati dai talebani, dopo esser stati portati in una caserma. I due avevano cercato di raccontare la protesta delle a Kabul che ha visto le donne come protagoniste contro il potere dei talebani. L’autorizzazione di filmare era stata negata anche alla stessa BBC.
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I due giornalisti hanno raccontato di essere stati portati all’interno di una caserma, dove si sarebbero consumate le violenze – attraverso l’uso di fruste, manganelli e cavi elettrici, prima di essere rilasciati dai talebani, senza però ricevere alcuna comunicazione sul motivo dell’arresto. “Ho deciso di non difendermi perché pensavo che mi avrebbero picchiato ancora più forte” – ha spiegato uno dei due reporter, raccontando che i talebani responsabili del pestaggio erano otto, e che questi ultimi, lo hanno colpito anche al volto, procurandogli una grossa ferita, testimoniata dalle foto pubblicate da diverse testate giornalistiche internazionali.
Violent attacks on Afghan journalists by Taliban prompt growing alarm https://t.co/vwERUa4J1s
— The Guardian (@guardian) September 9, 2021
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Il fotoreporter Daryabi, ha spiegato che i talebani hanno provato prima di tutto a sequestrare la macchina fotografica durante la protesta delle donne a Kabul. Non si tratta del primo caso di giornalisti arrestati da parte delle milizie talebane: il Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ), ha riportato che negli ultimi due giorni, più di 14 sono stati i giornalisti arrestati e poi rilasciati senza alcuna motivazione valida. Una forma di dominio e coercizione che i talebani hanno fin da subito applicato per censurare la libera stampa: comportamento assunto che denota la violazione stessa delle promesse che i talebani avevano fatto sulla tutela dei giornalisti in Afghanistan.