Massimo Melis, fermato l’assassino ma restano i dubbi sul movente

Massimo Melis, nella notte lungo interrogatorio per fare luce sulla vicenda. Oggi i funerali del enne ucciso lunedì scorso

Svolta nell’omicidio di Massimo Melis, il 52enne di origine sarde ucciso a Torino lo scorso 1 novembre in auto. L’assassinio aveva fatto pensare a cause legate alla malevita per la modalità trattandosidi una vera e propria esecuzione.

Massimo Melis

La pista però era stata subito esclusa. Si era quindi cercato nel privato, vagliando l’ipotesi di una vendetta personale per qualcosa riguardante il passato dell’uomo o una questione di gelosia: quest’ultima sembre essere stata la pista giusta.

La polizia ha fermato Luigi Oste, 62 originario di Piazza Armerina, in provincia di Enna, e come la vitrima residente nel capoluogo piemontese.

La sera dell’omicio Melis aveva riaccompagnato a casa una donna che stava frequentando, Patrizia Cataldo, al termine di una cena. Appena era rientrato in auto è stato freddato da un colpo di pistola.

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Omicidio Massimo Melis, il movente sarebbe la gelosia

Il presunto assassino si era invaghito della donna, dipendente di un bar. Melis con lei aveva già avuto una relazione e Oste l’aveva corteggiata. Le sue avance, però, erano sempre state respinte. L’indagato era anche già stato arrestato a giugno scorso per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni dopo un incidente stradale.

Secondo la ricostruzione al momento più accreditata, Oste avrebbe seguito i due e quando Melis è risalito in macchina dopo aver riaccompagnato Cataldo, ha aperto lo sportello della macchina che la vittima aveva appena chiuso per ripartire e l’ha ucciso.

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Proprio oggi si terranno i funerali. Melis lavorava con la Croce Verde di Torino e la sua morte ha gettato nello sconforto i tanti amici e colleghi che in questi giorni l’hanno voluto ricordare come una persona buona.

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