Cuori, dopo il grande successo della fiction Doc – Nelle tue mani, la Rai sta puntando ancora una volta sul medical drama, infatti dal 17 Ottobre sino ad oggi sono andate in onda 8 puntate della nuova fiction targata Rai.
Nella serie tv creata da Riccardo Donna, troviamo Pilar Fogliati, Matteo Martari e Daniele Pecci, la fiction è ambientata negli anni 60 esattamente a Torino, si sofferma sui traguardi raggiunti dalla medicina durante gli anni.
Durante le quattro puntate ci sono stati interventi mai tentati, lotte di potere meschine, e ci sono anche amori terminati ma che non sono mai stati dimenticati, le amicizie profonde e i sentimenti travolgenti hanno fatto da padroni nella fiction Rai durante le sue prime puntate.
I protagonisti della medicina, sono quattro medici pionieri, tra cui c’è anche una donna, Delia Brunello, la quale dovrà lottare in un mondo dominato perennemente da uomini.
Durante la conferenza stampa di presentazione del cast, il regista Riccardo Donna dichiarò di come il prodotto non si ponga come un medical drama ambientato nei giorni nostri, ma bensì acquista il suo fascino proprio per via della sua ambientazione negli anni Settanta.
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Il regista ha dichiarato che è stato molto interessante ed emozionante girare la serie, proprio perché si sono dovuti avvicinare ad un mondo che nessuno conosceva e voleva conoscere, era una sorta di medicina pioneristica alla quale nessuno avrebbe mai dato credito.
Inoltre il progressor Actis Dato ha spiegato alla troupe e soprattutto al regista come venivano effettuate le operazioni durante gli anni Settanta, i vecchi infermieri hanno spiegato come accendere le macchine dell’epoca.
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Nonostante la cura nel dettaglio storica, la serie offre storie d’amore interessanti, il regista non ha frenato le emozioni per quanto riguarda la creazione di storie uniche nel loro genere.
Ha cercato di occuparsi del cuore e dell’amore in tutte le sue forme, inoltre il cuore si avvicina molto di più all’uomo, per questo motivo la serie non è stata definita un vero medical drama dal regista, ma bensì una storia che cerca di entrare nei cuori di chi la guarda e la segue.
Infine, ha deciso di adeguarsi non seguendo i soliti paradigmi, l’unica cosa in comune con le altre storie ospedaliere, sono solo i letti d’ospedale e l’ambientazione generale, ma per il regista, la sua creazione è una vera e propria storia narrata e descritta in costume.
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