COP26: la prima bozza ufficiale, tra entusiasti e scettici

La prima bozza ufficiale prodotta dalla COP26 racchiude diversi aspetti trattati con grande accuratezza e altri meno. L’opinione si divide, tra scettici e grandi speranze.

(Photo by Jeff J Mitchell/Getty Images)

Nelle ultime ore la Dichiarazione di intenti finale della COP26 ha trovato risvolto nella prima bozza ufficiale, annunciata dallo stesso presidente britannico della Conferenza sul clima Alok Sharma. Adesso la palla passerà a 200 delegati che rappresenteranno il proprio paese per discutere del documento, a Glasgow.

La bozza sarà discussa dai 200 delegati e, sicuramente, il dialogo riscontrerà forti divergenze, soprattutto per i paesi in via di sviluppo e quelli più poveri, dove gli effetti del cambiamento climatico hanno portato a conseguenze importanti. Conseguenze spinte al limite da responsabilità relative o quasi nulle, visto che, ad inquinare maggiormente e per più di un secolo sono stati i paesi più sviluppati, come gli Stati Uniti. 

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Come spiega il Corriere della Sera, la bozza ricalca “allarme e preoccupazione per il fatto che le attività umane hanno causato fino ad oggi circa 1,1°C di riscaldamento globale e che gli impatti si stanno già facendo sentire in ogni regione”. La bozza introduce comunque la corsa verso la riduzione delle emissioni del 45% entro il 2030, esortando i paesi a dare forma ai piani nazionali entro il 2022. La bozza non sottolinea però una reale scadenza per la riduzione dell’utilizzo di carbone nei singoli paesi.

La nota dolente riguarda proprio l’aiuto dei paesi più ricchi verso quelli più poveri, il fondo non ha ancora raggiunto la soglia dei 100 miliardi all’anno dal 2020 e questo, vista l’urgenza e la situazione difficile in cui versano alcuni paesi più poveri, stabilisce di per sé una fragilità del testo e delle azioni intraprese da molti paesi, distanti ancora da una equa distribuzione delle responsabilità e del supporto verso paesi bisognosi.

Il WWF, come spiega il Sole 24 Ore, ha accolto con un tenue entusiasmo la bozza, dichiarando che questo è certamente un punto di partenza ma che, le stesse delegazioni devono fare di più, per rendere il testo ancora più completo.

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L’obiettivo degli 1.5°C, sembra però essere lontano per Cina, India, Russia e Arabia, paesi che stentano ancora ad abbracciare il progetto delle emissioni zero e che rimangono sempre vaghe nella discussione dell’argomento. Stesso discorso per l’Australia, restia ad allentare sul carbone.

Con le discussioni ancora aperte, ogni Stato dovrà trovare l’equilibrio per avviarsi verso un allentamento delle emissioni. E, seppur potrebbe sembrare scontato, sono diversi i paesi, anche europei, ancora fermi e indecisi, soprattutto sul tema dei trasporti, tema che preoccupa negoziatori ma anche un intero settore, a cui è dedicata la giornata di oggi: quello del trasporto su gomma, e che mette molti paesi in una situazione scomoda e senza reali alternative nel breve periodo.

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