Strage di Erba 15 anni dopo, dubbi nonostante le condanne

Strage di Erba, si torna a parlare ancora una volta della tragedia avvenuta per mano di Olindo Romano e Rosa Bazzi, tutto accadde l’11 Dicembre del 2006 nel paese in provincia di Como, vennero uccisi a sprangate e coltellate, Raffaella Castagna e il figlio Youssef.

 

Anche la nonna del piccolo, Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, l’unico superstite all’ira dei due coniugi fu Mario Frigerio, nonostante i due diedero fuoco all’abitazione.

Strage di Erba, ci sono ancora dei dubbi irrisolti nella vicenda (Screenshot)
Strage di Erba, ci sono ancora dei dubbi irrisolti nella vicenda (Screenshot)

Ripercorrendo il caso in molti hanno cercato di mettere in evidenza le tre perplessità su chi dichiarava che i due coniugi erano innocenti, nonostante la coppia fosse stata condannata in Cassazione.

Il primo dubbio riguarda la testimonianza di Mario Frigerio, l’unico superstite all’ira dei due coniugi, il professor Piergiorgio Strata un neuro scienziato di fama internazionale scrisse che durante il primo interrogatorio avvenuto il 15 Dicembre 2006 secondo la relazione del perito il testimone Frigerio ha risposto con lucidità alle domande poste.

Il suo aggressore era di carnagione scura, più precisamente olivastra con capelli corti, molti capelli corti, aveva una corporatura robusta e i capelli neri, inoltre ha dichiarato di non aver mai visto quella persona prima della tragedia.

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Strage di Erba, in molti sostengono che al testimone Mario Frigerio gli sia stato suggerito che l’assalitore fosse proprio Olindo Romano

Nel corso dell’interrogatorio tenuto dal Luogotenente Gallorino, sembra che al testimone sia stato suggerito Olindo Romano come unico aggressore della tragedia. Secondo il professor Strata sembra che l’esercizio di immaginazione avvenuto nell’interrogatorio del Luogotenente Gallorini sia basato sulla figura di Olindo per poi essere ripetuto più volte.

L’intenzione era quella di insinuare un dubbio che avrebbe potuto costituire l’arma più potente per riuscire a falsificare i ricordi del testimone. Mario Frigerio ha agito in buona fede, ma dall’esame delle sue testimonianze sembra che l’uomo non abbia mai mostrato contraddizioni fra una versione e l’altra.

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La seconda versione della testimonianza è sicuramente influenzata dall’invito a pensare più di una volta sulla possibilità che l’aggressore sia stato il signor Olindo Romano, infatti la seconda versione secondo gli inquirenti non può avere un peso determinante per gli effetti di una condanna, mentre la prima versione è stata considerata come molto affidabile e coerente con i fatti.

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Tra i tanti dubbi spunta anche la veridicità della traccia ematica sull’auto dei coniugi, la traccia era di Valeria Cherubini ed è stata rinvenuta nell’automobile di Olindo e Rosa, questa dovrebbe essere la prova che i due coniugi hanno calpestato il sangue delle vittime.

Secondo il biologo forense Eugerio D’Oro la traccia di sangue non esiste, sembra che la traccia biologica sia di Valeria Cherubini ma non ha origini ematica, mentre è presente il DNA della vicina di casa nell’automobile di Olindo, questo elemento in seguito è stato confermato dagli inquirenti come prova inconsistente del delitto.

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