Esplosione a Ravanusa, trovate due donne vive: le cause del disastro

Esplosione a Ravanusa, i Vigili del Fuoco hanno lavorato per tutta la notte: al momento ci sono ancora dei dispersi

Con il passare delle ore il bilancio del disastro che ieri sera ha colpito Ravanusa nell’agrigentino diventa sempre più preciso e triste. Al momento si ha certezza della morte di tre persone, un uomo e due donne, mentre sei sono ancora disperse.

L’esplosione ha distrutto quattro palazzine e ne ha danneggiate altre tre. I soccorritori che si sono recati sul posto hanno trovato uno scenario di guerra: acre puzza di bruciato, macerie e vetri distrutti ovunque.

Un’ambiente sconfortante che come al solito non ha però spaventato i Vigili del Fuoco che hanno estratto dalla macerie due donne vive, Giuseppa Montana e Rosa Carmina.

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Esplosione a Ravanusa, le cause del disastro

Per quanto riguarda le cause la prima ipotesi era stata quella di una fuga di gas. Durante la notte è arrivata la conferma con il problema che ha riguardato una grossa tubatura del metanodotto. L’espolosione che ha ferito mortalmente il paesino di 10mila abitanti è stato sentito anche nei paesi limitrofi.

Esplosione Ravanusa
Esplosione Ravanusa (foto Vigili del Fuoco)

Maltempo o smottamento di un terreno le probabili origini del disastro. La scintilla potrebbe essere stata innescata da un ascensore: “Il gas si è accumulato o nel sottosuolo o in un ambiente chiuso”.

A innescare l’esplosione potrebbe essere stata anche l’attivazione dell’ascensore”, ha spiegato il comandante dei Vigili del Fuoco di Agrigento, Giuseppe Merendino. Gli approfondimenti dei prossimi giorni potranno dare altre certezze.

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Tra le palazzine distrutte c’è una di quattro piani dove vivono 9 persone, tutte dello stesso nucleo familiare. Lì c’è stata una vittima e due persone sono state messe in salvo, un’anziana di ottant’annni ora ricoverata a Licata per le varie fratture e la cognata, ritracciata grazie allo squillo del cellulare.

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