Woody Allen, l’autobiografia del regista: il plagio di Mia Farrow

Woody Allen, è stato vittima di false accuse, questo ha portato acqua al mulino dello scrittore, il quale ha aggiunto un elemento drammatico ad una vita che sarebbe stata più banale.

Woody Allen, l'autobiografia del regista e autore parla delle accuse subite da Mia Farrow (Getty Images)
Woody Allen, l’autobiografia del regista e autore parla delle accuse subite da Mia Farrow (Getty Images)

Tramite il suo umorismo, lo scrittore ha spiegato nella sua autobiografia intitolata “A proposito di niente”, la replica alle accuse di moleste sessuali mosse da Mia Farrow e da sua figlia Dylan.

Il figlio della coppia, Ronan Satchel Farrow, è un giornalista e paladino indiscusso del movimento MeToo, diventa il più acerrimo accusatore dello scrittore, cercando di ostacolare la pubblicazione della sua autobiografia.

L’editore Arcade Publishing è entrato a far parte della pubblicazione sulla autobiografia negli Stati Uniti, dove l’autore avrà voce in capitolo anche nel continente americano.

Lo farà tramite un libro molto acuto e pieno di aneddoti, dedicato totalmente alla sua autodifesa, cercando di spiegare con onestà le accuse di molestie mossegli da Mia Farrow.

Questa è la prima volta in cui l’autore parla in maniera dettagliata delle accuse di molestia, cercando di spiegare in maniera succinta la sua difesa. La Farrow nel suo libro risulta colpevole di aver plagiato i suoi due figli, Dylan a 7 anni, convincendo che era stata molestata dal padre adottivo, e Ronan di 5 anni, al quale aveva dichiarato che suo padre era un orco.

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Woody Allen, il lavaggio del cervello di Mia Farrow a i danni dei suoi due figli

Nel libro, l’autore dichiara che la donna si era voluta vendicare del tradimento dell’autore con la figlia adottiva Soon Yi Previn. Le accuse sono state utilizzate dal movimento MeToo, in questo modo l’autore è diventato “un emblema” delle molestie, diventando un predatore sessuale di minori.

Nella sua autobiografia, il regista e autore ha dichiarato che ci sono ancora dei “mentecatti”, i quali pensano che lui abbia sposato sua figlia, che la Farrow fosse sua moglie, e che soprattutto lui avesse adottato Soon Yi.

Di fatto il regista non è mai stato accusato di nulla, proprio perché per gli inquirenti non è mai successo nulla. Secondo le accuse mosse dalla Farrow nel processo, la sua baby sitter, il 4 Agosto del 1992 avrebbe assistito ad un abuso sessuale, praticato dall’autore ai danni della sua figlia adottiva di 7 anni.

Circa 14 mesi dopo, il 7 Ottobre del 1993, le accuse contro l’autore verranno ritirate perché non ci saranno prove credibili e le accuse risultano infondate.

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Woody Allen, le accuse sono mosse dal pensiero comune e dall’ignoranza

La gente ha sempre creduto in quello in cui ha bisogno di credere, per questo non si rende conto che crede in cose totalmente assurde. L’autore cita Alan Dershowitz, il quale nel suo libro ha sostenuto che basta essere accusati in minima parte per essere ritenuti colpevoli dall’opinione pubblica.

Nella sua autobiografia, l’autore si augura che le persone abbiano il coraggio di fare la scelta giusta, schierandosi dalla parte della verità e cercando di far ragionare l’opinione pubblica influenzata dalle false accuse.

Il regista non ha mai replicato alle accuse, perché l’universo sembra essere un caos insensato e maligno, dove l’importante è avere una piccola falsa accusa per rendere un uomo colpevole.

L’autore si definisce un misantropo, in questo modo riesce a distaccarsi dall’opinione della gente, si ritiene innocente e ha una prospettiva diversa rispetto a come si potrebbe vedere una persona che dubita di esser colpevole.

L’autore non vede l’ora che le indagini vengano fatte e concluse, proprio perché non ha mai avuto nulla da nascondere, l’uomo ha dichiarato di esser lieto di effettuare il test della macchina della verità.

Dopotutto l’autore ha 84 anni, alla sua età ha dichiarato di avere ben poco da perdere, proprio perché non credendo nell’aldilà, non vede come l’opinione pubblica possa cambiare se verrà ricordato come un regista o come un pedofilo, l’unica sua richiesta è quella che le sue ceneri vengano sparse vicino ad una farmacia.

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Dylan e Ronan sono stati manipolati da Mia Farrow per tanti anni

Nella sua autobiografia l’autore non accusa mai i suoi figli, li giustifica, scrivendo che sua figlia Dylan è cresciuta con la convinzione costante e assurda di esser stata vittima di molestie sessuali.

Lo stesso è accaduto a Stachel, i bambini durante al tenera età di 5 e 7 anni sono facilmente suggestionabili ed è facile che diventino dipendenti di una madre manipolatrice e molto abile con le parole.

Ha dichiarato nel suo libro che la famosa “lettera aperta” scritta da Dylan per il suo padre adottivo venne scritta con l’unico scopo di gettare del fango sul regista, frutto del lavaggio del cervello fatto da sua madre.

Proprio da quella lettera aperta, sono cominciati i guai e le cause per l’autore e regista. Infatti con l’era MeToo, la lettera venne spacciata come un esempio di donna che riesce a “far sentire la propria voce” approfittandosi di un movimento legittimo e inarrestabile.

Ronan Satchel Farrow calzava a pennello, proprio perché si è sempre battuto per il diritto delle donne di farsi sentire, nel momento in cui Soon Yi, sorellastra e moglie del regista da circa 20 anni, ha raccontato la sua versione dei fatti, a Satchel non è piaciuto.

L’autore rimarca un concetto ben definito su suo figlio Satchel, ovvero che se le donne dicono la verità, basta che venga approvata da sua madre, Mia Farrow, in questo modo lui può difendere a spada tratta quegli ideali.

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L’autodifesa scritta nella sua autobiografia è dettagliata e rigorosa

Ci sono diverse citazioni del processo e delle perizie psichiatriche, l’autore fa un’amara considerazione circa il mondo dello spettacolo, dove i suoi amici dicevano di essere sconcertati per l’ingiusto trattamento che ricevevano dai mass media.

Tutti erano dalla parte del regista, ma nel momento in cui gli veniva chiesto in pubblico cosa ne pensassero, rimanevano zitti per non avere delle ripercussioni sul lavoro.

Questo sembra essere proprio lo stesso motivo per il quale le donne per molti anni, anche oggi, non denunciano chi le molesta, la solita pura di vedere le loro carriere danneggiate.

Ma c’è stato qualcuno che lo ha difeso, come ad esempio: Alec Baldwin, javier Bardem, Scarlett Johansson, Diane Keaton, Ray Liotta, Catherine Deneuve, Charlotte Rampling, Jude Law, Isabelle Huppert, Pedro Almodovar e Alan Alda.

Nella sua autobiografia, scritta con oltre 400 pagine, ci sono diversi aneddoti personali e battute come solo lui sa fare, Woody Allen racconta la sua vita, i suoi amori e come sono nati i suo film.

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I rapporti con le fobie, le quali diventeranno la chiave comica dei suoi film più celebri, Soon Yi è stata la donna migliore della sua vita, proprio perché pendeva dalle sue labbra, e poi è riuscito ad averlo in pugno tutto per sé.

La sua vita la riassume in tanti stupidi errori compensati da molta fortuna, mentre il suo unico rimpianto sembra essere quello di non aver mai girato un capolavoro, nonostante avesse avuto a disposizione milioni per fare film in totale libertà.

Dal 9 Aprile 2021, tramite “La nave di Teseo” si potrà acquistare l’autobiografia del regista “A proposito di niente” al prezzo di 15.99€. Sarà disponibile anche nei negozi in forma cartacea al prezzo di 22€.

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